Ennesimo suicidio in carcere, Tidei incalza Alfano

carcereCIVITAVECCHIA – Non si arresta la drammatica serie di suicidi nelle carceri italiane. Ultimo in ordine di tempo, il ventinovesimo dall’inizio dell’anno, quello di un detenuto di 28 anni che il 27 giugno scorso, dopo un colloquio con i familiari, si è impiccato nel bagno della sua cella nel sovraffollatissimo carcere di Bari. Un carcere vecchissimo, del 1926, che con una capienza di 250 detenuti, ne ospita 530, più del doppio.
“Un sovraffollamento mortale – commenta l’On. Pietro Tidei – che dopo il 2010 – l’anno più “nero” per le carceri italiane, con un record storico di 191 suicidi e 1.134 tentati suicidi – pretende il suo costante tributo di vite umane. Secondo i dati di ‘Ristretti Orizzonti’, dal 2000 ad oggi nelle carceri italiane sono morti 1.800 detenuti, di cui 650 per suicidio cui vanno aggiunti 87 agenti di polizia penitenziaria. Pare indubbio che, nel silenzio assordante delle istituzioni, nelle carceri italiane stia avvenendo una ‘strage silenziosa’ nemmeno scalfita dalla circolare del DAP dell’agosto 2010 sull’Emergenza suicidi e che prevedeva speciali corsi di formazione per il personale di custodia finalizzate all’istituzione di unità di ascolto e alla prevenzione di suicidi ed atti di autolesionismo”.
E per avere lumi su tutto ciò il Deputato del Pd ha presentato una nuova interrogazione al Ministro della Giustizia Angelino Alfano in cui torna a denunciare la situazione di gravissima difficoltà vissuta da migliaia di detenuti negli istituti di pena del Paese.
“La realtà carceraria è una realtà di disperazione e crudeltà – afferma Tidei – una pentola in ebollizione dove il disagio del personale di custodia e trattamento, demotivato, sottopagato e sottoorganico, si aggiunge a quella dei reclusi ammassati nelle celle e a cui si disconoscono le necessità più elementari; se a tale drammatica situazione il Governo continua a non dare risposte e si sono perse le tracce del famoso Piano carceri, ridimensionato dalle manovre finanziarie di Tremonti, appare preoccupante la mancanza di una lungimirante e sistematica politica penale che nel segno delle depenalizzazioni, della limitazione della custodia cautelare e del massiccio ricordo alle misure alternative possa, nel medio periodo, invertire la tendenza ad un sovraffollamento carcerario che, con il trend attuale, potrebbe a fine anno raggiungere le 70.000 presenze”:
Non meno preoccupante e drammatica è, secondo il Deputato locale – la situazione di abbandono e di incertezza normativa in cui versano i 6 ospedali psichiatrici giudiziari italiani, una situazione “scomoda” quella dei vecchi manicomi criminali, di chi non ha voce o ne ha meno degli altri.
“Il numero degli internati in OPG cresce costantemente: dai 1.200 del novembre 2007 si è passati nel maggio dello scorso anno a 1.460; gli ultimi dati, del maggio 2011, riferiscono di ben 1.550 reclusi. Dopo il passaggio sancito col DPCM del 2008 della sanità penitenziaria al SSN e quindi alle regioni la mancata attivazione di queste ultime e la carenza di risorse hanno provocato una situazione di estremo degrado e in alcuni casi di vera e propria malagiustizia. Se infatti il promesso programma di dismissione non è mai partito, dalla nota relazione della Commissione d’inchiesta parlamentare sull’efficacia e l’efficienza del servizio sanitario nazionale presieduta dall’On. Marino è emerso un quadro di ordinaria disumanità: abbandono igienico-sanitario delle strutture, abusi e vessazioni sugli internati nonché un uso improprio delle cd. proroghe dell’internamento: Basti pensare – cito dei dati prodotti proprio dalla Commissione Marino – che all’11 aprile di quest’anno su 376 internati dichiarati ‘dimissibili’ solo 65 sono stati effettivamente dimessi, mentre per altri 115 è stata prevista una proroga della pena. Di questi ultimi, i socialmente pericolosi sono solo 5 mentre tutti gli altri non sono usciti dall’OPG perché non hanno ricevuto un progetto terapeutico, non hanno una comunità che li accolga o una Asl che li assista”.
Tidei chiede dunque al Governo “se intenda assumere con urgenza le necessarie iniziative per garantire un immediato miglioramento della drammatica situazione degli istituti penitenziari nonché avviare un’approfondita indagine conoscitiva nazionale sulle carceri e sulla situazione degli ospedali psichiatrici giudiziari, con particolare riferimento all’abuso delle ‘proroghe’ degli internamenti”.