Energia, lettera di CNA al governo. Gismondi: “Si lavori per misure strutturali. Piccole imprese determinanti”

CIVITAVECCHIA – Servono strumenti emergenziali contro il caro-energia. E quelli già previsti vanno rafforzati. Ma l’avvio del confronto sulla legge di Bilancio 2023 e l’apertura del tavolo sul PNRR devono essere anche l’occasione per definire interventi strutturali. La pensa così CNA, che sul tema energia ha inviato alla premier Giorgia Meloni e ai ministri Adolfo Urso, Gilberto Pichetto Fratin e Raffaele Fitto un pacchetto di proposte.

Al primo punto, c’è la scelta strategica dell’autoproduzione, indicata da CNA alla stessa presidente del Consiglio, così come a tutti gli altri leader politici, negli incontri svoltisi nel corso della recente campagna elettorale. “Ciò che chiediamo è un investimento virtuoso sui grandi numeri delle piccole imprese italiane per l’installazione di impianti di autoproduzione da energie rinnovabili sui tetti dei capannoni. Pensiamo soprattutto al fotovoltaico. Abbiamo a disposizione un patrimonio di immobili produttivi che conta circa 800mila unità con una superficie di 400 milioni di metri quadrati e un potenziale di 50mila MW”, spiega Alessio Gismondi, presidente della CNA di Viterbo e Civitavecchia, che condivide l’iniziativa di CNA nazionale, volta a rimarcare l’importante ruolo dell’artigianato e della piccola impresa per lo sviluppo delle energie rinnovabili.

“Alle piccole imprese – è il pensiero di Gismondi – deve essere consentito di partecipare attivamente al processo di transizione energetica. Il loro apporto è determinante”.

CNA propone, in particolare, l’introduzione di agevolazioni fiscali, mutuando il meccanismo del credito d’imposta al 50 per cento già previsto per l’edilizia residenziale: nell’immediato, possono essere coinvolte 200mila piccole imprese per impianti fino a 200 KW, attivando 8.700 MW di nuova potenza installata, secondo le stime della Confederazione.

E’ altresì importante, per CNA, dare impulso alle Comunità energetiche rinnovabili, Cer, anche estendendo ai comuni oltre i 5mila abitanti la possibilità di accedere alle risorse previste nel PNRR, e prevedere una quota di riserva alle piccole imprese nell’ambito delle aste per l’acquisto di energia elettrica e gas a prezzi calmierati.

Nella lettera al governo è segnalata la criticità provocata secondo la CNA dalla tassazione degli extra-profitti, “che colpisce in maniera iniqua i piccoli impianti destinati all’autoconsumo energetico e sta provocando preoccupanti problemi di liquidità alle imprese”.