CIVITAVECCHIA – Dall’ANPI Civitavecchia riceviamo e pubblichiamo:
“Importanti uomini e donne delle nostre Istituzioni rilasciano ormai troppo spesso dichiarazioni in palese dissonanza rispetto al giuramento di osservanza della nostra Costituzione, Repubblicana e antifascista (è bene ricordarlo sempre).
In particolare, la Presidente del consiglio Giorgia Meloni, in più di un’occasione, non è riuscita a produrre null’altro che silenzi imbarazzanti su questioni riguardanti il regime fascista, anche quando in apparenza sembrava pronta a pronunciare parole di condanna.
Infatti, in occasione dell’anniversario della promulgazione delle leggi razziali nel 1938, la Presidente disse sì che le leggi erano “una vergogna per l’Italia”, ma “dimenticò” di sottolineare come le stesse furono fortemente volute da Mussolini e materialmente elaborate da Almirante, all’epoca redattore della rivista “difesa della razza”.
Successivamente, il 24 marzo scorso, anniversario della strage delle Fosse Ardeatine, ha altresì dichiarato che le 335 persone assassinate dai nazisti, lo furono esclusivamente “perché italiane”, sottacendo il fatto che quei martiri furono trucidati perché antifascisti, partigiani ed ebrei, per poi “dimenticare” di rimarcare il ruolo ricoperto nella strage dal questore Caruso, dalla banda fascista Koch e dal ministro della repubblica di Salò Buffarini Guidi, in qualità di carnefici e delatori.
Pensiamo che tali “dimenticanze” esprimano una precisa volontà di far salvo il fascismo, Mussolini che ne era il capo e tanti gerarchi del regime.
Da ultimo, evidenziamo la dichiarazione – non solo revisionista ma esplicitamente provocatoria – del Presidente del Senato La Russa, secondo il quale l’attentato di via Rasella venne compiuto dai partigiani contro “inermi musicisti” e non rappresenterebbe, pertanto, una pagina nobile nella storia della Resistenza.
In questo caso non si tratta solo di un evidente falso storico, ma di una dichiarazione straordinariamente ridicola. Basti ricordare che il battaglione “Bozen” era affiliato alle SS, che partecipò al rastrellamento degli ebrei al ghetto di Roma e che da tempo quasi quotidianamente sfilava nelle vie di Roma ben armato e cantando i propri inni di guerra a scopo intimidatorio. Non possiamo quindi che condividere appieno la dichiarazione del Presidente nazionale dell’Anpi Gianfranco Pagliarulo, laddove si sottolinea che “le parole di La Russa sono indegne per l’alta carica che ricopre e rappresentano un ennesimo, gravissimo strappo teso ad assolvere il fascismo e delegittimare la Resistenza.”
Le parole di La Russa rilanciano la solita cantilena fascista, condita da grossolani e irricevibili falsi storici, e qualificano chi le ha pronunciate rendendolo indegno di ricoprire la carica che riveste. I continui tentativi di molti esponenti di questo governo e dei loro “reggicoda” di negare i fatti storici, evitando di fare i conti con il loro passato indegno e di rinnegare definitivamente la loro distorta identità politica, estranea alla Costituzione e ai valori fondanti della Repubblica, “spargono il diserbante sulla storia perché ne stanno già coltivando un’altra”.
La generazione che ha ridato l’onore all’Italia non c’è più, quegli eroi che osarono sfidare i nazisti tedeschi nella Capitale occupata e meritarono le medaglie al valore, sono morti, ma la loro eredità è patrimonio della Repubblica e l’Anpi se ne fa e se ne farà custode.
Siamo vicini al 25 aprile giorno della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo.
Non si può prevedere quali saranno, per l’occasione, le dichiarazioni e i comportamenti di chi oggi ha primarie responsabilità nelle Istituzioni del Paese. L’Anpi, però, come ogni anno sarà presente nelle celebrazioni per vigilare con forza, unità e responsabilità, su eventuali distorsioni della verità e contro ignobili ‘dimenticanze'”.
ANPI Civitavecchia