Di Majo al MISE: “Compensare le ricadute economiche ed occupazionali dell’uscita dal carbone”

CIVITAVECCHIA – In vista del Tavolo convocato per domani, il Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro Settentrionale, Francesco Maria di Majo, ha inviato al MISE un’articolata nota, trasmessa alle istituzioni interessate alla vicenda, rappresentando un quadro aggiornato dell’impatto che la prospettata eliminazione del carbone, prevista per il 31.12.2025, avrà sul porto di Civitavecchia e sul suo territorio che da decenni ospita, come noto, siti destinati alla produzione energetica.

Una lunga lettera quella dell’AdSP, con proposte di carattere tecnico ed operativo volte a mitigare gli effetti della cosiddetta “phase out” dal carbone. Si evidenzia, infatti, la necessità di far fronte in maniera efficace a questa complessa situazione per compensare le perdite, già evidenti, sia di carattere economico che occupazionali e la conseguente urgenza di intensificare gli sforzi del Governo affinché tutti i soggetti, che a diverso titolo hanno assicurato fino ad oggi la funzionalità della centrale dell’ENEL di Civitavecchia, possano usufruire di strumenti compensativi, costituiti da fondi sia nazionali che europei.

“Inoltre, per far fronte in particolare all’impatto negativo che l’abbandono del carbone avrà sull’intero sistema portuale –precisa il Presidente dell’AdSP, Francesco Maria di Majo – riteniamo che sia necessario portare a termine l’obiettivo della realizzazione, a nord del Porto di Civitavecchia, della Darsena Energetica Grandi Masse (DEGM), da sempre considerata un’opera fondamentale per lo sviluppo del porto”. “La sua realizzazione – prosegue di Majo – andrebbe, infatti, a servire tre importanti comparti in grado di rilanciare l’economia locale e l’occupazione. Si tratta, segnatamente, del settore energetico (con la realizzazione di un pontile petrolifero); di quello cantieristico navale (anche attraverso la possibile realizzazione di un bacino di carenaggio) e di quello relativo alla movimentazione sia delle merci alla rinfusa che dei container attraverso la realizzazione di banchine per circa 1.710 metri di lunghezza, con una batimetrica di -18 m s.l.m. e con piazzali di circa 420.000 mq. Infine, la realizzazione della DEGM e delle infrastrutture volte a consentirne l’accessibilità via terra (ivi compresa la realizzazione di un nuovo fascio binari a servizio della DEGM, direttamente collegato alla linea ferroviaria tirrenica che costeggia tale darsena, già oggetto di un progetto preliminare di Italferr cofinanziato dall’UE) rafforzeranno i presupposti per l’integrazione logistica con le aree retroportuali in vista anche della istituenda Zona Logistica Semplificata laziale (ZLS)”.

“Nel Tavolo di domani, ribadiremo, quindi, l’urgenza di individuare e condividere strategie e interventi tesi a superare o quantomeno mitigare i gravissimi riflessi negativi, ed irreversibili, derivanti dalla prossima definitiva interruzione dei traffici portuali (segnatamente di carbone) connessi alla cessazione dell’operatività della centrale ENEL attraverso un adeguato sostegno finanziario nonché attraverso la realizzazione di nuove infrastrutture portuali che tengano anche conto della riconversione ad altri usi delle esistenti infrastrutture, realizzate ad uso della centrale dell’ENEL”, conclude il numero uno di Molo Vespucci.