“Decidere insieme e presto su Taxi e Ncc”

CIVITAVECCHIA – A Largo della Pace e sotto il terminal crociere da troppo tempo si vivono momenti di grossa tensione tra gli addetti agli autoservizi pubblici non di linea. Occorre intervenire al più presto.
E siccome la situazione è grave e complessa, noi auspichiamo che l’intesa d’area tra i comuni di Roma Capitale, Civitavecchia, Fiumicino e Ciampino e le rispettive autorità portuali e aeroportuali venga sollecitamente raggiunta grazie anche all’autorevole apporto della Prefettura, e che impegni tali realtà a svolgere un’unica e coerente politica nel funzionamento del settore. Solo da essa potrà derivare la concreta possibilità di uscire dal caos attuale. Propendiamo quindi per un intervento coordinato che previo un accurato censimento degli addetti si ponga l’obiettivo di conseguire una razionalizzazione del servizio di trasporto e una efficace repressione dell’abusivismo in queste aree laziali che sono maggiormente interessate dai flussi di traffico passeggeri. Primo passo per una modifica della legge regionale inerente alla materia.
Per intanto, relativamente a Civitavecchia, la situazione è tale da necessitare di immediati interventi. Non può essere lasciata così com’è: viene compromesso l’espletamento dell’attività lavorativa, viene turbata la sicurezza pubblica e ne scapita l’immagine della città. La famosa sinergia tra città e porto deve qui tradursi in valide forme di collaborazione.
Diciamocelo francamente, ragionando soltanto in un’ottica di interesse collettivo. Già Civitavecchia appare al visitatore una località non molto attraente, carente di beni artistici e culturali, dall’assetto urbanistico e architettonico squilibrato, con diffuse situazioni di degrado connesse anche agli irrisolti problemi dei rifiuti e dell’acqua. Priva tuttora di una chiara segnaletica stradale, dotata di pochi arredi urbani, non agevolmente percorribile per via dell’intenso traffico, dei marciapiedi angusti, delle alberature incongrue (talora sostituite addirittura da miseri oleandri), della penuria di zone verdi. Sprovvista di bagni pubblici, caratterizzata da pubblici esercizi che fanno ciò che possono per offrire un livello decente di accoglienza. Presenta, insomma, una serie di limiti e di fattori negativi ai quali, per fortuna, fa da contrappeso la luminosità del luogo, la mitezza del clima e la cordialità degli abitanti.
Ma se introduciamo in questa realtà di per sé non esaltante anche lo spettacolo di operatori del trasporto e del turismo declassati da dignitosi lavoratori a quello di fastidiosi postulanti, e un succedersi di vivaci proteste, esasperate tensioni e magari interventi della forza pubblica diretti a prevenire o sedare disordini rischiamo di fare una pessima figura: di precipitare al livello di una città del profondo sud o peggio del terzo mondo. E allora è certo che possiamo dire addio a qualsiasi ambizione di miglioramento e di crescita.

Il Consiglio direttivo del Psi