“Dal federalismo demaniale l’opportunità di rilancio dell’economia locale”

salvatore rendaCIVITAVECCHIA – Il Federalismo cambierà il Paese e la storia amministrativa di molti Comuni italiani.
Per il momento, però il Federalismo demaniale può effettivamente cambiare radicalmente il volto di Civitavecchia. Tra tutti gli Enti territoriali interessati, infatti, Civitavecchia certamente è il Comune che sta ricevendo l’impatto più positivo. Per quanto l’argomento non desti particolare interesse in Città.
Per una miriade di ragioni storiche e contingenti, infatti, Civitavecchia si trova a veder trasformate letteralmente in oro tutte quelle servitù (demaniali, militari, energetiche, ecc.) che per decenni ne hanno viceversa sfregiato il volto, precludendo il possibile sviluppo economico della comunità locale.
Il pacchetto di decreti e provvedimenti del cosiddetto “federalismo demaniale”, infatti, trasferisce ai Comuni – a titolo non oneroso e con l’esenzione di qualsiasi imposizione fiscale – uno stock di immobili dal valore commerciale di decine di milioni di euro. L’obiettivo è quello di valorizzare tale patrimonio (attraverso gli strumenti urbanistici) ed alienarlo per ridurre sensibilmente l’indebitamento dei Comuni. Ora però per Civitavecchia, nel suo paradosso, l’occasione è straordinaria più che per altri. Proprio a causa delle imponenti servitù che la Città ha pagato dal dopoguerra ad oggi, Civitavecchia si trova a ricevere il trasferimento di una mole di immobili notevolmente superiore per valore economico a gran parte del resto dei Comuni di Italia (impianti militari, pacchetti di appartamenti ad uso residenziale, carceri, immobili demaniali, ecc.).
L’impatto sulla Città ha un doppio straordinaria effetto. Il primo economico. Si consideri che il 75% dei proventi deve andare obbligatoriamente ad abbattere il debito dell’Ente. Con una buona valorizzazione, inaspettatamente il Comune si troverebbe nella condizione di dimezzare (o più) il proprio debito. Tale condizione permetterebbe da subito (previsione di bilancio 2011) la possibilità di “liberare” qualche milione di euro impegnato nella spesa corrente per pagare le rate dei mutui. Già da prossimi mesi, così si avrebbero risorse nuove e fresche da investire per i residenti in termini di servizi pubblici, spesa sociale, ecc. E già questo aspetto cambia da solo la storia quantomeno degli ultimi decenni fatta di difficoltà finanziarie ed economiche. Più risorse (parliamo di milioni di euro) per la comunità senza incremento di spesa pubblica.
Poi c’è un risvolto più propriamente programmatorio e strategico. Se si considera infatti l’enorme valore strategico dei beni attualmente nella disponibilità dell’Amministrazione comunale diventa intuitivo come con un buon programma di realizzazioni infrastrutturali possa effettivamente e definitivamente cambiare il volto della Città, a costo zero. Anzi con un provento per il Comune.
Gli strumenti di partnership tra pubblico e privato (Project financing, Società di trasformazione Urbana, concessioni ed appalti per realizzazione e gestione, ecc.) sono ormai noti e profondamente consolidati. Visto la disponibilità di centrali termoelettriche dimesse, di stabilimenti militari, di carceri abbandonate, di impianti ferroviari e logistici da recuperare, è evidente come un piano di edilizia pubblica (finanziata con risorse di privati) possa rimettere in moto il settore dell’edilizia come da nessuna altra parte di Italia e possa contribuire a completare la trasformazione della Città.
Con il definitivo trasferimento dei servizi (commerciali, industriali, stazione ferroviaria, ecc.) a nord e con il rilancio e la riqualificazione delle zone residenziali.
Tra gli articoli del Decreto Legislativo, che più mi hanno stuzzicato, in ottica locale, c’è poi l’art. 6 che precostituisce la possibilità per i Comuni di vedersi assegnati al patrimonio, tutte le aree portuali storiche non più funzionali alle attività commerciali e di navigazione. E qui si apre un’altra enorme finestra per la “ricucitura” – sempre a costo zero – del secolare strappo tra Porto e Città.
Mi piacerebbe che il dibattito politico cittadino, per la verità molto interessante, ponesse un po’ di attenzione su tali tematiche, come sta avvenendo nel resto del Paese.

Salvatore Andrea Renda – ex Assessore al Bilancio