CSP si vuole salvare o affondare?

CIVITAVECCHIA – La raccolta differenziata porta a porta è, tra i servizi pubblici svolti da CSP, quello che sta suscitando maggiori polemiche per i vari disservizi che si stanno verificando in questo periodo. I cittadini lamentano il mancato ritiro dei rifiuti in alcune zone della città con la scocciatura di dover tenere la spazzatura in casa in attesa del giro successivo. Tale servizio rientra nella gestione dell’igiene urbana svolta dall’azienda che, in base al piano di risanamento redatto dal presidente Antonio Carbone a Maggio, ha una forza lavoro di cantiere di 150 unità più 49 interinali per un totale di 199 dipendenti. Di questi 63 sono adibiti alla raccolta differenziata (non tutti sul porta a porta) e 6 sono preposti. La maggior parte dei 49 interinali, la cui prestazione si era resa necessaria proprio per la partenza della raccolta differenziata in zona 2, ha cessato il proprio rapporto di lavoro con CSP a fine Maggio 2020. Giova ricordare che il ricorso all’agenzia interinale, per integrare la forza lavoro necessaria, era stata inizialmente pianificata, dalla precedente amministrazione, per 22 unità e per un periodo di tempo limitato di 3 mesi. Successivamente con bando, che CSP ha ritirato e mai riproposto, si sarebbero dovute integrare nell’organico aziendale, in modo stabile le maestranze necessarie per svolgere l’attività in maniera efficiente. Al contrario di quanto previsto il ricorso agli interinali ha raggiunto le 50 unità a fine Giugno 2019, rimanendo in forza fino a maggio 2020 con un costo esorbitante sui conti della società. Perchè tale scelta, che era facilmente prevedibile non nell’interesse di una azienda pubblica, è stata portata avanti per un così lungo periodo di tempo? Ad oggi quindi, l’attività di porta a porta viene effettuata dal personale in forza a CSP senza nuovi addetti come era previsto da bando e senza gli interinali (se non forse qualche unità rimasta). Al contrario di quanto si possa quindi pensare, sembrerebbe che i disservizi che si stanno verificando non si possano attribuire agli operatori che non passano a raccogliere i rifiuti in tutte le zone. E’ più probabile che, nonostante l’impegno nel proprio lavoro, essendo sotto organico il settore del porta a porta, i dipendenti non riescano sempre a terminare il percorso assegnato. Fonti attendibili ci parlano di alcune problematiche che gli operai si sono trovati ad affrontare e/o stanno ancora affrontando nello svolgimento del loro lavoro.

Ci viene riferito che: “Durante il periodo Covid il personale era sprovvisto di mascherine; oltre alle dotazioni iniziali che erano in magazzino presso l’azienda e che sono state consegnate, nei giorni successivi il fabbisogno giornaliero è stato sopperito con mascherine fatte in case se non con bandane o sciarpe. Gli operai si sono attrezzati personalmente per tutelare la propria salute durane lo svolgimento dell’attività lavorativa. C’era sicuramente una difficoltà di mercato nel trovarle, non lo mettiamo in dubbio, ma i dispositivi di sicurezza sul lavoro sono a carico del datore”.

Varie criticità si registrano anche ora. “Il lavaggio dei mezzi della raccolta è estremamente scarso. Le cabine vengono sanificate dagli autisti ma i cassoni no, e questi vengono lavati una volta ogni 4 o 5 settimane. La sporcizia che si accumula sia all’interno che all’esterno dei cassoni e la puzza è nauseante. Sono stati fatti diversi solleciti ai dirigenti di  CSP ,nel corso di diverse  settimane,  e la risposta è  stata ‘verificheremo’. Per quanto riguarda la nettezza urbana, al cantiere di via Leopoli, la pulizia viene fatta 1 volta al giorno, stessa cosa anche in pieno periodo Covid durante il lockdown, nonostante il passaggio di più di 150 lavoratori con turni che vanno dalle 5 del mattino alle 18 e dalle 21 alle 04 di mattina”.

Una novità delle ultime novità dentro l’immenso mondo di CSP è l’aver preso mezzi in affitto per la raccolta che si possono guidare solo con la patente B. “Su tali mezzi, però, è stato assegnato un solo operatore, l’autista , il quale  guida, ferma il mezzo, ritira mastelli e carrellati, li svuota, li riposiziona al loro posto, sale sul mezzo, parte e si dirige al successivo ritiro. Si allungano i tempi sicuramente ma la sicurezza sul lavoro dell’operatore è garantita? Inoltre per garantire il servizio e finire il giro assegnato, i dipendenti stanno lavorando in condizioni igieniche e di sicurezza al limite”.

Queste sono solo una parte delle criticità che ci vengono evidenziate, alcune delle quali sembrano essere veramente di facile soluzione e non si capisce perchè dunque non vengano risolte. Il motivo per cui i cassoni non vengono lavati regolarmente è stato “verificato” dalla dirigenza? Il servizio di lavaggio è stato dato in appalto in attesa del rinnovo di alcune autorizzazioni che erano scadute e ci viene riferito che “sono state rinnovate”. In caso affermativo, non sarebbe meno costoso e più efficiente riportare il servizio all’interno della società? La riflessione finale è: “CSP si vuole salvare o si vuole affondare?”

SEGUE – delibera 47 sul passaggio alla raccolta stradale.