CSP. “Basta con le interpretazioni fantasiose che penalizzano i lavoratori”

CIVITAVECCHIA – “Così non ci siamo”. E’ perentoria la lettera con cui la Cgil Funzione Pubblica si rivolge al Sindaco Antonio Cozzolino e all’Amministratore unico di CSP, Francesco De Leva, per contestare i recenti provvedimenti dell’azienda a danno dei lavoratori. Tra questi la trattenuta di una giornata di lavoro, la decurtazione di una voce economica prevista dal CCNL e la retribuzione di lavoro straordinario per circa 70.000 euro. Tutte iniziative non concordate coi sindacati, motivo per il quale il Segretario della Cgil Fp, Diego Nunzi, ha voluto manifestare il suo netto disappunto.
Di seguito il testo integrale della sua lettera.

“Dalla sottoscrizione dell’accordo del 19.5.2017, ci capita di assistere ad un atteggiamento che riteniamo preoccupante, per noi, ed esasperante per i lavoratori.
Ritenevamo, che con l’intesa, si fossero finalmente superati gli atti e le interpretazioni unilaterali, già di per se inaccettabili in un regime di commissariamento di HCS e Sot, figurarsi in CSP, che ha un vertice definito e può operare in trasparenza e per giunta in applicazione di un accordo definito che prevede tappe e temi di confronto.
Invece, a quanto pare, le vecchie abitudini sono dure a morire..
È avvenuto con l’applicazione, – unilaterale – della trattenuta di una giornata di lavoro su tutte le voci di salario accessorio, è accaduto con la invenzione – unilaterale – di decurtare una voce economica, prevista dal CCNL come elemento di retribuzione, meglio definito EGR (elemento di garanzia retributiva), che nelle buste paga dei lavoratori ha subito una decurtazione di oltre 100 euro.
Per favorire la comprensione di quanto sopra si suggerisce la lettura dell’art. 2, al punto C-8 del CCNLFise/asso ambiente.
Si è consentito, in maniera altrettanto fantasiosa, che in un breve periodo venissero retribuite circa 70.000 euro di lavoro straordinario ed ancora ad oggi non ci è dato sapere chi ne abbia fruito, chi lo abbia autorizzato e per quali ragioni.
Sia chiaro, così non ci siamo.
Abbiamo sottoscritto un accordo, la FP CGIL stà tenendo fede a quanto sottoscritto, ed è nostra intenzione, oltre che nostro costume da sempre, rispettare e difendere gli impegni condivisi.
Non di meno però, è nostro costume rivendicarne il rispetto dalle parti datoriali.E allora, con la stessa franchezza che da sempre contraddistingue il nostro fare, vi diciamo che, esistono anche questioni di opportunità, e che in un momento in cui si stà stringendo la cinghia, (decurtando una giornata dal salario di tutti i dipendenti CSP) , appare inopportuno applicare la legge Madia in maniera pedissequa sul compenso di uno (ricordiamo pure che la legge Madia non impone quel trattamento ma lo consente) e poi inventare di sana pianta decurtazioni di parte integrante dello stipendio, questa si obbligatoria, sulla pelle di tanti.
E, siccome questo atteggiamento appare senza fine, siamo ad invitarVi ad una riflessione, accurata, sul da farsi, poiché in questo modo di fare, non vediamo il rispetto di quell’accordo né nel suo contenuto formale, né tantomeno, nello spirito costruttivo e di rispetto dei reciproci ruoli necessari alla riuscita di risanamento e rilancio della Partecipata.
Con molta chiarezza, non siamo quelli che gridano di invalidare l’accordo, poiché lo riteniamo un buon accordo. Ma è bene precisare che i contenuti di quell’accordo, e anche quelli dei CCNL, li difendiamo e siamo pronti a farlo in ogni sede opportuna.
L’emergenza non è finita il 19 maggio 2017.
Il lavoro da fare è ancora molto, per uscire dalla palude occorre mantenere gli stessi intenti e la stessa determinazione che ci ha consentito di giungere a quell’accordo.
Questa responsabilità, però, non può ricadere solo sui lavoratori e sulle loro rappresentanze, deve essere condivisa, anche da parte Vostra.
Auspichiamo quindi di un cambiamento di rotta sul modo di proseguire, a partire da subito, nell’interesse di tutti, poiché atteggiamenti di questo tipo contribuiscono ad avvelenare un ambiente già saturo, rendendo sicuramente più complicato il percorso intrapreso alla base dell’accordo del 19.5.2017”.