“Cronache di morti annunciate”

CIVITAVECCHIA – Dall’associazione politica ‘A GAUCHE riceviamo e pubblichiamo:

“Tra le tante parole versate per la tragica morte della giovane lavoratrice Luana, spesso e purtroppo di circostanza e destinate a rimanere tali, il messaggio che più di altri si è distinto per il reale contenuto sociale è quello del direttore della Pastorale sociale e del lavoro della Diocesi di Prato: “… Non voglio dare colpe ma riflettere sul significato di questa morte che ci interroga perché è frutto di una cultura del lavoro in declino e quando questo avviene, si producono gli effetti più diabolici”. Niente di più vero, perché tra i tanti sentimenti di cordoglio, dolore, anche e soprattutto rabbia, quello che proprio non ci può stare è lo stupore! Ormai lo abbiamo imparato bene che le morti sul lavoro difficilmente sono causate dal fato o dal cinico destino, come il macchinario che si è inghiottito Luana con una tale rapidità da non dare neanche il tempo al collega che le era accanto di rendersi conto; o il giovane operaio schiacciato ieri da un tornio; o ancora, tutte le vittime che con cadenza quotidiana insanguinano i luoghi di lavoro, quelli dove si dovrebbe andare per vivere non per morire. Una sorta di convenzione omertosa, un silenzio totale e generale copre tutto questo, rotto di tanto in tanto da episodi di maggiore clamore, come in questo caso la morte di una ragazza giovane e bella, immagine stessa della voglia di vivere, senza però mai entrare nel merito reale, quello della diabolica organizzazione del lavoro e dei suoi nefasti effetti. Un tema divenuto strutturale in un’epoca in cui lo sfruttamento e la deregolamentazione ha riportato il lavoro indietro nel tempo, praticamente cancellando le conquiste del Movimento Operaio, prime tra tutte la Dignità e la Sicurezza dei lavoratori. Puntualmente si invocano nuove leggi, sarebbe già sufficiente il rispetto di quelle che ci sono e che sono trattate alla stregua di carta straccia. Quando si pensa, ad esempio, di aprire un fronte sul funzionamento di quegli armamentari burocratici e autoreferenziali che manco la fervida mente di Kafka avrebbe saputo partorire, rappresentati dagli Ispettorati del Lavoro? 2 Chi indaga, su cosa indaga? Come indaga, in un contesto generale dove il sommerso e comunque il ricatto occupazionale sono ormai divenuti i pilastri su cui l’economia reale del lavoro si regge? Le normative vigenti offrono criteri di sistematicità nella valutazione dell’efficacia delle misure di prevenzione di una logica e di una immediatezza matematici: è con altrettanta logica ed immediatezza che sono evidentemente evase se si continua a morire e ad offrire sacche di impunità a chi non le applica. Solo e soltanto quando le parti sociali, politiche e le istituzioni tutte decideranno di aprire un fronte unico per il rispetto delle leggi sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, applicando e facendo valere il sistema sanzionatorio, sarà possibile che qualcosa cominci a muoversi nella direzione della tutela delle lavoratrici e dei lavoratori. Solo e soltanto quando le parti sociali, politiche e le istituzioni tutte apriranno un fronte unico per restituire ai luoghi di lavoro la democratica regolamentazione frutto di tante lotte e conquiste del passato, sarà possibile che qualcosa torni a muoversi nella direzione del rispetto della dignità delle lavoratrici e dei lavoratori. Solo e soltanto quando le Lavoratrici ed i Lavoratori torneranno a prendere coscienza collettiva della loro forza e dei valori della solidarietà, uscendo dallo spezzettamento in cui con premeditazione li hanno gettati le pseudo riforme degli ultimi anni, sarà possibile uscire dal “diabolico” disegno che riduce donne e uomini a mera merce intercambiabile di uno spietato mercato del lavoro. Per dare giustizia a Luana, a tutti i caduti sul lavoro ed alle loro famiglie, a cui possa arrivare il calore di un abbraccio. E non smettiamo di parlarne”.

Lucia BartoliniAssociazione ‘A GAUCHE