Cresce l’indignazione per il “sequestro preventivo” dei pastori sardi

cesare caiazzaCIVITAVECCHIA – Continuano le prese di posizione a sostegno dei pastori sardi bloccati e ieri in porto dalle Forze dell’Ordine. Il segretario della Cgil CdLT Cesare Caiazza si dice “costernato2 e “incredulo” per l’accaduto, sottolineando come non riesca a ricordare precedenti analoghi nella storia della nostra Repubblica, “pure segnata da una quantità enorme di episodi di repressione”.
“Non mi pare era mai capitato – afferma – che potenziali manifestanti venissero preventivamente bloccati dalla polizia e di fatto sequestrati. E’ presumibile e logico che le direttive che hanno ispirato il comportamento delle forze di polizia siano espressione di una linea politica decisa dal Governo. Un Governo che anziché scegliere la strada del dialogo decide di reprimere le proteste e le manifestazioni. Ieri, però, abbiamo assistito ad un enorme salto di qualità nell’ambito di questa strategia. Non si è trattato di una manifestazione, magari non autorizzata, sciolta con la forza. Si è impedito a delle persone, tra le quali donne, bambini ed anziani, di salire su dei pullman da loro regolarmente prenotati. E’ stato impedito alle stesse persone di salire sui treni. Sono state confinate in uno spazio ledendo le più elementari norme di libertà e di democrazia. Il tutto con l’uso della forza, della violenza, della costrizione fisica. Il fatto, poi, che a subire questi soprusi siano stati uomini, donne e bambini che scendevano da una nave, evoca altri ‘respingimenti’, quelli crudeli dei clandestini ai quali questo Governo vuole abituarci. Che sia accaduto nel porto di Civitavecchia nei confronti di cittadini sardi penso sia intollerabile per la storia e la cultura, di accoglienza e di solidarietà, di questa città”. La CdLT Cgil – conclude Caiazza – nell’esprimere solidarietà nei confronti delle persone ieri confinate in questa città, si impegna a produrre tutte le iniziative necessarie per scongiurare l’eventualità che simili episodi tornino a ripetersi, in difesa della libertà e della democrazia”.
Parla invece senza mezzi termini di “vero e proprio regime di polizia” il Segretario del Partito Democratico Patrizio De Felici, anch’egli solidale con i pastori sardi. “Per questo governo – commenta – manifestare per i propri diritti è un problema da risolvere con intimidazioni e manganellate. E’ successo così per i terremotati dell’Aquila, con gli studenti che l’ex missino Gasparri non vuole vedere nelle piazze e ieri con i lavoratori della pastorizia. Evidentemente non basta più il controllo ormai pressoché totale dell’informazione e si ricorre alla violenza fisica: come nel ventennio. E’ necessario che le forze democratiche della nostra città riflettano seriamente su quanto è accaduto ieri e si mobilitino per tutelare il diritto di manifestare”.
E dure critiche su quanto accaduto al Porto vengono espresse anche dal Coordinamento cittadino di Futuro e Libertà, che marca sempre più le distanze orami dalla politica del Governo definendo i fatti “il de profundis alla democrazia italiana”. “Fa pensare molto quello che scrivono sul loro blog i pastori: – dichiara in una nota Fli – aspettano la domenica perché così il telefono squilla meno e il postino non porta bollette o cose varie da pagare, perché il resto della settimana lo passano con l’angoscia di scadenze e pagamenti, con il dormire male anche la notte perché pensano ai debiti oppure perché iniziano a pensare di non andare più a mungere per soli sessanta centesimi al litro. Come risponde dunque questo Governo con il blocco di questi nostri fratelli più sfortunati al Porto di Civitavecchia? E dove sta la Lega Nord che per salvare 100 allevatori della inventata padania hanno messo a ferro e fuoco il Parlamento? Dove stava il Ministro dell’Agricoltura ieri? Il Presidente del Consiglio? Il Governatore della Regione Sardegna? Erano tutti ancora a pensare alle loro traballanti poltrone mentre qualcuno oggi non avrà forse nulla o poco da mangiare”.
Solidale con i pastori sardi, infine, anche il Polo civico per il quale “l’energico intervento delle Forze dell’ordine, che ci sentiamo di disapprovare in toto e di cui non vogliamo certamente addossare la responsabilità alle autorità locali di pubblica sicurezza perché appare evidente che abbiano operato su precise disposizioni delle autorità romane, ha praticamente impedito ai rappresentanti di una categoria benemerita, tradizionalmente pacifica e forse per questo rimasta inascoltata, non soltanto di procurare visibilità ai loro problemi attraverso una libera manifestazione del loro scontento, ma ne ha addirittura limitato i movimenti. Mentre esprimiamo la nostra solidarietà ai pastori, ai quali ci sentiamo veramente vicini nelle loro vitali rivendicazioni, ma anche alle forze dell’ordine che si trovano a dover fronteggiare con modalità di utilizzo forse improprie mobilitazioni del genere, formuliamo l’auspicio che le controversie di  lavoro trovino sempre in avvenire la necessaria attenzione da parte delle autorità e delle controparti, e che la relativa composizione avvenga nel modo più celere, pacifico e soddisfacente”.