Coro di no contro il termovalorizzatore a Tarquinia

CIVITAVECCHIA – E’ una vera rivolta quella contro il progetto di un termovalorizzatore presentato dalla società A2A Ambiente Spa, da realizzarsi presso la località Pian dell’Organo a Tarquinia; anche se per ora circoscritta a forze di centrosinistra e Cinque stelle, dato che il centrodestra al momento tace. Perentorio e variegato il coro di no contro l’ipotesi di combustione dei rifiuti.

Per la consigliera regionale del Pd, Marietta Tidei, si tratta di un progetto “inaccettabile”.Mi auguro che tutto il territorio esprima un parere univoco in tal senso – afferma – come quello già anticipato dal sindaco Giulivi. Bene ha fatto il primo cittadino di Tarquinia a lanciare un appello per esprimere la contrarietà al progetto: tutte le forze politiche e i rappresentanti istituzionali del territorio sono chiamati ad agire fattivamente per impedire che si proceda seguendo una logica superata, figlia di un altro tempo, che fa male all’ambiente e ai cittadini e espressamente contraria al Piano Rifiuti approvato venerdì scorso dalla Giunta Regionale”. “Si parla – aggiunge – di un unico impianto dalle dimensioni enormi, capace di bruciare oltre 480mila tonnellate di indifferenziato: perché tornare indietro, perché seguire una visione superata, basata sull’indifferenziato? Non ci sono ragioni in grado di giustificare questa retromarcia. Va invece seguito quanto previsto dal Piano rifiuti approvato venerdì: li c’è scritto chiaramente che il Lazio non necessita di altri termovalorizzatori e pertanto la questione è chiusa”.

Il neo segretario cittadino del Pd, Stefano Giannini, si è invece recato quest’oggi presso l’assessorato regionale competente per reperire informazioni precise ed esprimere, a nome del partito, la netta contrarietà all’impianto. “Registriamo, a tal proposito – si legge in una nota del partito – più che soddisfacente la risposta della Regione la quale, non potendo comunque esimersi dalla valutazione del progetto, ha sottolineato come il piano di rifiuti regionale escluda categoricamente ogni qualsivoglia impianto di termovalorizzazione, rendendo dunque evidente l’esito della futura valutazione. Nel ribadire quindi che la salvaguardia dell’ambiente del nostro territorio è una priorità assoluta, ci chiediamo altresì come curiosamente la richiesta della Spa sia stata resa nota solo ora pur avendo, quest’ultima, avuto contatti con i proprietari del terreno sicuramente in tempi non recenti visto l’avanzato iter procedurale”.

Forte preoccupazione e contrarietà vengono espresse anche dal Forum Ambientalista: “Inutile ricordare che gli inceneritori per rifiuti sono considerati gli impianti più inquinanti in assoluto, e che dai loro cammini, oltre ai ‘classici’ monossido di carbonio, biossido di zolfo, ossidi di azoto e polveri, fuoriescono tonnellate di acido cloridrico, acido cloridrico, ammoniaca, idrocarburi policiclici aromatici, diossina, furani e metalli pesanti. Tutti inquinanti con un impatto fortemente negativo sulla salute, di cui molti classificati come cancerogeni. Vogliamo auspicare che, almeno in questo caso, l’intero territorio si unisca per contrastare questa sciagurata ipotesi che finirebbe di avvelenare definitivamente la nostra terra. Ci aspettiamo che Sindaci, Consiglieri Comunali, forze politiche e sociali scendano in campo in difesa della salute della popolazione amministrata, ponendosi a guida del doveroso contrasto a questo scempio. Un appello particolare vogliamo indirizzarlo ai Consiglieri Regionali Tidei, De Paolis, Porrello e Blasi affinchè, almeno in questo caso, visto il ruolo fondamentale della Regione Lazio nei procedimenti autorizzativi, si pongano realmente quale argine a questa vera e propria tragedia”.

Parla di “doccia fredda” per il tutto il comprensorio il Consigliere regionale del M5S, Devid Porrello: “Da sempre ci battiamo contro pratiche arcaiche come quella dell’incenerimento, considerato un vero e proprio fallimento per il ciclo dei rifiuti. Il fatto che una società lombarda, che gestisce uno dei termovalorizzatori più grandi d’Italia, possa solo pensare di realizzare un impianto del genere è un’umiliazione per il comprensorio che da anni paga a caro prezzo la presenza della centrale a carbone di Torrevaldaliga Nord. Nella Regione Lazio non c’è spazio per altri inceneritori, come confermato dal Piano rifiuti regionale”.

Sulla stessa linea la collega Silvia Blasi: “Leggendo i documenti tecnici allegati alla VIA l’impianto andrebbe a trattare circa 480.000 t/anno di rifiuti che, facendo una prima stima approssimativa potrebbe essere sufficiente per coprire il fabbisogno dell’intera regione Lazio. Un impianto mostruoso che respingo fortemente al mittente. Contrarietà che esprimerò in tutte le sedi opportune ad iniziare dalla Conferenze di servizi in Regione. Mi sorprende che una simile richiesta sia arrivata proprio all’indomani dell’approvazione del nuovo Piano rifiuti Regionale che si indirizza in maniera opposta al recupero energetico dei rifiuti. Mi auguro che queste non siano solo parole vuote su carta di Zingaretti e dell’Assessore Valeriani ma si traducano in azioni concrete a beneficio dei territori e della salute”.

Fortemente contraria al progetto del termovalorizzatore anche la deputata del M5S Marta Grande: “L’incenerimento è di per sè il fallimento di una sana gestione dei rifiuti e, maggior ragione, pensare di costruirlo su un territorio già così gravemente compromesso è una follia autentica. Sono sicura che i rappresentanti territoriali di tutto il comprensorio, a tutti i livelli, manterranno alta l’attenzione sul tema per allontanare lo spettro di una nuova fonte di inquinamento sul nostro territorio perché l’ambiente, ricordiamocelo, non ha colore”.

Infine la dura presa di posizione dell’associazione ambientalista Fare Verde: “Non vogliamo che Tarquinia diventi la pattumiera di Roma – dichiara Silvano Olmi, presidente regionale di Fare Verde – l’inceneritore che vogliono costruire nella zona industriale della nostra città attirerà i rifiuti della Capitale, dove la raccolta differenziata è fallimentare. Siamo contrari e ci batteremo in tutte le sedi per evitare questo scellerato progetto. Il nostro territorio per decenni ha subito le emissioni inquinanti della centrale di Montalto di Castro e continua a essere investito dai fumi che escono dalla centrale di Civitavecchia. Aquesto quadro ambientale, di per sé gravissimo, si aggiunge l’acqua potabile con un alto tasso di arsenico, l’inquinamento dell’aria provocato dalle navi del porto di Civitavecchia, il traffico dell’autostrada e i tanti nuovi casi di tumore che si registrano ogni anno”.