“Contro la famiglia Ciontoli un barbaro accanimento”

CIVITAVECCHIA – Dagli avvocati Pietro Messina e Andrea Miroli, difensori della famiglia Ciontoli, riceviamo e pubblichiamo.

 

Leggiamo con crescente preoccupazione le continue esternazioni che la stampa diffonde in merito ad iniziative che dimostrano esclusivamente il livello di “barbarie” al quale si è arrivati al sollo scopo di compiere una vera e propria “vendetta” contro persone che sono, comunque, tuttora sottoposte ad un regolare processo secondo le norme del nostro ordinamento giuridico.

Vengono così calpestati i più elementari principi della nostra Costituzione, tentando di negare, a chi deve rispondere delle proprie responsabilità secondo giustizia, il sacrosanto diritto di redimersi e di recuperarsi alla società civile. Tutto ciò anche diffondendo false notizie sui reali comportamenti della giovane Martina Ciontoli, all’epoca dei fatti appena all’inizio del percorso universitario, che ha portato successivamente a termine in maniera brillante, nonostante la tragedia vissuta sulla propria pelle e, forse, proprio per una sorta di riscatto morale dai sensi di colpa che la inseguono continuamente e per i quali non ha mai cercato di trarre vantaggi, come maliziosamente e calunniosamente affermato dai soliti “leoni della tastiera”.

Così come appare censurabile il tentativo di rimettere in discussione verità processuali, che hanno chiarito ogni aspetto della vicenda, coinvolgendo in maniera strumentale persone del tutto estranee, al solo scopo di ottenere maggiore “audience” televisiva, con illazioni e sospetti al limite della calunnia e della diffamazione gratuita.

L’incoraggiamento verso comportamenti che mettono in discussione l’indipendenza della magistratura e che sembrano voler affermare la supremazia della “giustizia di piazza”, non potrà che mettere in discussione lo stesso concetto di democrazia moderna e lo stato di diritto, faticosamente costruito dai nostri padri costituenti con la promulgazione della carta costituzionale “più bella del mondo”.

Pur essendo difficile da comprendere da parte di coloro che guardano a queste vicende da uno schermo televisivo senza la benché minima consapevolezza della complessità dell’ordinamento giuridico, la negazione dei più elementari diritti a chiunque sia sottoposto ad un processo penale, comporta la possibilità che quegli stessi diritti possano essere domani negati a tutti coloro che oggi si accaniscono contro la famiglia Ciontoli senza conoscere i termini reali della loro vicenda giudiziaria ed umana.
Tanto dovevamo.

 

Avv. Pietro Messina
Avv. Andrea Miroli