Comitato No al fossile: “Brutte notizie da La Spezia”

CIVITAVECCHIA – Dal Comitato No al fossile Civitavecchia riceviamo e pubblichiamo:

Phase-out carbone, brutte notizie da La Spezia e dal Mise. Dal Ministero dello Sviluppo Economico (Mise) arriva un inaspettato NO alla dismissione dell’impianto a carbone ligure previsto per il 2021.
Nel dicembre del 2019 la Camera dei deputati aveva approvato all’unanimità un ordine del giorno, accolto poi dal Governo, con il quale si chiedeva di chiudere l’impianto nel 2021. Secondo Terna e Mise però, tale prospettiva non pare affatto compatibile con le esigenze di sicurezza del sistema energetico nazionale il quale, ad oggi, non sembrerebbe pronto a garantire nessuna reale uscita dal carbone.
La direzione generale del Mise, con un atto ufficiale, ha quindi inceppato il processo di decarbonizzazione dell’impianto spezzino il quale, al pari di quello di altre città e tra queste Civitavecchia, non dovrebbe essere dismesso senza che siano autorizzate rapidamente nuove centrali a gas sostitutive.
La notizia ha ovviamente scatenato un vespaio di polemiche politiche. Paolo Arrigoni, responsabile del dipartimento energia della Lega getta la maschera e, nel provinciale tentativo di provocare i partiti di maggioranza, critica il governo che, a suo dire, prova ad “accelerare la transizione energetica, con un maggior taglio della CO2 al 2030, con la maggiore penetrazione delle rinnovabili, ma senza tener conto dei processi, dei tempi e dei vincoli che occorrono per raggiungere determinati risultati. La realtà – ha aggiunto- prevale alle loro utopie visionarie: occorre garantire sicurezza e funzionalità del sistema elettrico nazionale”. Così, mentre l’obiettivo del maggior partito di opposizione sembra esclusivamente quello di combattere utopie visionarie, la compagine governativa non ha ancora mosso un dito contro i progetti delle nuove centrali a gas e, addirittura, prolassa su se stessa bloccando la chiusura del sito a carbone di La Spezia.
In tutto questo sembra proprio che la politica italiana ignori sistematicamente ciò che sta accadendo oggi nel resto d’Europa e pare inoltre totalmente insensibile risppetto all’enorme occasione che il Next Generation Eu offre al nostro Paese. Mai un’azione concreta per superare i così detti limiti strutturali della rete; nessun riferimento alla delocalizzazione della produzione energetica, ai progetti off grid, agli accumuli, all’idrogeno verde. La classe dirigente italiana, in tutte le sue forme e sfaccettature, non guarda al futuro e anzi sembra vivere in un eterno torpore preistorico. Ed è proprio in questo contesto che, al di là della toppa che qualcuno sta già provando a mettere, lo scivolone di La Spezia risuona proprio come un enorme ricatto: o si autorizzano subito le nuove centrali turbogas oppure addio decarbonizzazione”.

No al Fossile – Civitavecchia