CIVITAVECCHIA –Codici e Movimento Difesa del Cittadino continuano la loro disputa con il Comune di Civitavecchia contro la privatizzazione dell’acqua. Le due associazioni hanno infatti presentato ricorso al Tar contro la recente Determinazione Dirigenziale n. 1464 del 7 giugno 2011 con cui il Sindaco Moscherini ha disposto la cessione a privati del 60% delle quote di Hcs per la gestione dell’acqua. Determinazione che, spiegano il Segretario Nazionale del Codici, Ivano Giacomelli e il Presidente di Mdc Civitavecchia, Massimiliano Astarita, “può di fatto dirsi illegittima anche in seguito alla volontà popolare espressa attraverso il referendum”.
“Infatti – dichiarano – il referendum pur non avendo efficacia meramente abrogativa, rappresenta una volontà popolare normativache esprime un divieto a praticare il provvedimento. Qualora questo avvenisse, l’atto legislativo risulterebbe incostituzionale. Inoltre, secondo la normativa vigente, è fuori dubbio che il Comune avrebbe dovuto consegnare le reti e gli impianti ad Acea Ato 2 e che non poteva conferirli ad una diversa società seppure in House, in quanto giuridicamente obbligati alla consegna degli stessi al Gestore”. Motivo per cui le associazioni dei consumatori Codici e Mdc Civitavecchia avevano diffidato il Sindaco del Comune di Civitavecchia, Ato 2 e Acea Ato 2 affinché venissero esercitate le azioni previste per l’acquisizione delle reti e degli impianti ricadenti nel Comune entro il termine massimo di 90 giorni dalla notifica. Diffide a cui il Comune non ha dato seguito provvedendo come noto all’approvazione delle determinazione n. 1464 del 7 giugno scorso inducendo pertanto adesso Codici ed Mdc a ricorrere al Tar per chiedere l’annullamento di tale atto e il commissariamento del Comune di Civitavecchia da parte della Regione Lazio.