“Civitavecchia, città olocausta”

CIVITAVECCHIA – Da Tullio Nunzi, portavoce del movimento politico “Meno poltrone più panchine”, riceviamo e pubblichiamo:

“In una città dove competenze e professionalità sono pressoché assenti, va dato atto al Gruppo Interdisciplinare di Monitoraggio ed ambiente di avere affidato a tecnici ed esperti, lo studio del progetto Enel per la realizzazione dei gruppi a turbogas, nella centrale di Torre Valdaliga nord.
Le conclusioni degli esperti ci dicono che non si tratta di una riconversione, bensì la realizzazione di un impianto tutto nuovo.
Oltreché il passaggio dai 68.000 metri cubi a 228.000,la parte più rilevante dello studio, evidenzia come, con l’eventuale realizzazione del l’impianto, si andrebbe all’ottavo intervento (cinque costruzioni e tre riconversioni, nell’arco di 70 anni; praticamente una situazione che non trova riscontro non solo in Italia, ma in tutta Europa.
Non solo, ma la media di chilowattora che grava sulla testa di un residente del comprensorio, è pari a 40, contro una media nazionale che non arriva a 2. Tralascio il fatto dell’ipotesi dello stand by dell’impianto a carbone.
Dati e numeri da fare accapponare la pelle; dati che avrebbero dovuto suscitare l’immediata reazione di forze politiche, per un territorio che da decenni è sottoposto a servitù, devastato, e dove l’Enel spesso ha indirizzato scelte e decisioni politiche.
Comprendo la necessità dei problemi occupazionali, ma sempre secondo gli esperti, la centrale prefigurata potrebbe occupare mediamente 35 addetti, un decimo di quelli presenti a torre Valdaliga.
Si è aperto un dibattito e spero che si continui a discutere sulle conclusioni del gruppo interdisciplinare.
Per quanto mi riguarda al di là di progetti innovativi, credo sia necessario mettere fine ad ogni tipo di struttura inquinante, perchè questo territorio è allo stremo ambientale.Lo dicono dati e studi; potremmo definirla Civitavecchia una “città olocausta”.
Basta ad avere primati in negativo, basta ad invadenze e scippi, basta ad emergenze sanitarie e d’inquinamento.
Non è possibile che da decenni l’Enel decida il futuro del territorio.
Si dia vita a strumenti relativi per costituire una area di crisi industriale complessa e si restituiscano le aree al porto ed alla logistica, come ipotizzato da varie forze politiche; si metta l’Enel davanti alle sue responsabilità.
Imprese amministrazioni,sindacati si incontrino e impediscano la guerra assurda tra chi vuole tutelare l’ambiente e chi il lavoro.
Aggiungo che per queste aree si pensi oltre che alla logistica, anche al turismo.Porto e turismo sono gli elementi di un sviluppo alternativo a quello energetico; il turismo in particolare vive di territorio ed ambiente, perchè il turismo è territorio.E diciamo la verità altre tre o quattro ciminiere non si concilierebbero con uno sviluppo turistico.
Si inizi a pensare seriamente ad un distretto turistico, insieme ai comuni del territorio recuperando
quella vocazione che questa città aveva fino a pochi anni fa e su cui nessuno ha mai tentato di investire seriamente e professionalmente.
Le conclusioni del gruppo interdisciplinare sono la prova che nel momento in cui ci si affida a esperti, tecnici professionisti competenti, i temi da discutere diventano stimolanti, concreti e realizzabili”.

Tullio NunziMeno poltrone più panchine