Centrali a gas, il M5S ritira gli emendamenti al “DL semplificazioni”

CIVITAVECCHIA – Una doccia fredda per tutti coloro che si stanno opponendo alla riconversione a gas della centrale di Tvn. O forse sarebbe meglio parlare di vero e proprio “fuoco amico”. Il M5S ha infatti ritirato tutti gli emendamenti al DL Semplificazioni, spalancando di fatto le porte alla nuova trasformazione della centrale Enel di Civitavecchia.
Una notizia commentata con rabbia e preoccupazione dal Collettivo No al fossile di Civitavecchia, che parla senza mezzi termini di “partito unico dei combustibili fossili” e “lobby dell’energia”.

Il mese scorso insieme ad altre 160 associazioni, abbiamo presentato le nostre osservazioni e proposto alcuni emendamenti contro il DL Semplificazioni del Governo il quale, a nostro avviso, semplifica soltanto le Valutazioni Ambientali ad esclusivo vantaggio delle lobby dell’energia – commentano in una nota dal Collettivo – Alcuni parlamentari hanno inizialmente dato sponda a queste proposte sostenendole anche alla Camera e al Senato. Improvvisamente però qualcosa è cambiato. Pare infatti che il M5S abbia ritirato frettolosamente tutti questi emendamenti affossando così definitivamente gran parte delle nostre già flebili speranze. Il DL verrà dunque “discusso” oggi (venerdì 4 settembre) al Senato, ma contro ogni tentativo di emendare in senso ambientalista questo pessimo testo, sarà purtroppo posta la fiducia. Peccato davvero! Con un po’ di coraggio (e di coerenza!) si sarebbe potuta bloccare davvero la costruzione delle nuove centrali turbogas di ENEL a Brindisi, Civitavecchia, La Spezia e Fusina. Ora, invece, è molto probabile che sulla scia di questo clamoroso voltafaccia, di nuove centrali, di gasdotti, di nuovi rigassificatori e depositi GNL ce ne ritroveremo decine in tutta Italia. È bene ricordare inoltre che, a dispetto di ciò che hanno sostenuto maldestramente i sindacati confederali dei chimici qualche giorno fa, investire oggi sul gas non significa soltanto continuare a devastare ambiente e clima, ma anche perdere migliaia di posti di lavoro”.

“Ancora una volta, dunque – conclude la nota – il partito unico dei combustibili fossili e quello della presunta realpolitik hanno affossato sul nascere quel timido tentativo di transizione ecologica che avrebbe garantito al nostro Paese di cominciare a ridurre le emissioni di CO2 così come indicato dall’IPCC, dalla comunità scientifica internazionale e dal buon senso. Dunque, per assecondare squallidi e provinciali equilibri di governo, PD e M5S hanno scelto ancora una volta di investire sui combustibili fossili e sulle grandi opere inutili con buona pace delle rinnovabili, dell’emergenza climatica, del diritto al buon lavoro e dei bei proclami sciorinati a gran voce in campagna elettorale. Peggio di così non potevano fare. Ce ne ricorderemo!”.