Casette di legno, polemica aperta e dubbi a catena

casette di legnoCIVITAVECCHIA – Non si placa la polemica sulle casette di legno, con l’Italia dei Valori che torna a contestare l’operato del Sindaco, insinuando nuovi dubbi. Il Consigliere comunale Vittorio Petrelli ricorda infatti come già in una interrogazione presentata al Sindaco lo scorso 9 dicembre, e rimasta senza risposta, aveva chiesto di applicare la Legge Regionale 6/08/1999, n. 12  che all’art. 10, comma c, fa rientrare anche i ricoveri provvisori nella tipologia di alloggi di edilizia residenziale pubblica da assegnare “mediante  pubblico concorso indetto con bando generale”. Per quale motivo questa richiesta? Perché in base a tale legge, spiega Petrelli, anche i ricoveri provvisori rientrano tra gli alloggi di edilizia residenziale pubblica “non appena siano cessate le cause dell’uso contingente”. “Ma a questo punto – afferma – sorge spontaneo un interrogativo: nel caso delle ‘casette di legno’  è corretto parlare di uso contingente che potrebbe ravvisarsi ad esempio in presenza di calamità naturali o in altre fattispecie simili? Evidentemente no. Infatti l’iter per la costruzione delle casette di legno, iniziato almeno due anni fa, avrebbe consentito agevolmente di pubblicare un bando pubblico ai sensi della normativa regionale vigente, adempiendo a quanto previsto dalle norme regionali, che hanno come scopo quello di garantire  l’imparzialità delle scelte della pubblica amministrazione. Ora, in conclusione, il pasticcio combinato dal Sindaco sulle casette sembra solo un escamotage che potrebbe consentire ad alcuni ‘fortunati’ di ottenere, dopo un anno di permanenza nella ‘casetta di legno’, il punteggio massimo per avere l’assegnazione della ‘classica casa popolare’, previsto dal bando generale in punti 20. Ed ecco che per magia una volta liberata la ‘casetta di legno’ da parte del primo assegnatario, si potrebbe assegnarla ad un altro ‘privilegiato’ senza bando di concorso per poter poi, trascorso l’anno, assegnargli la casa popolare in muratura e così via…all’infinito. Sbagliamo? Qualcuno ci dica perché”.
Un dubbio che in sostanza insinuano anche l’Aspi, Associazione Sindacale degli Psicologi Italiani, la Felsa, Federazione Lavoratori Somministrati Autonomi Atipici e la Cisl Lazio), che ricordano come il ricorso alla manovra di emergenza per l’assegnazione di alloggi pubblici si attua solitamente in caso di calamità naturali che a Civitavecchia non sembra proprio si siano verificate…
Allora perché la scelta di casette di legno? Si chiedono, domandandosi anche come sono state assegnate queste abitazioni. “Anche nel caso di abitazioni sostitutive e provvisorie – sottolineano le tre sigle – esiste una modalità precisa che richiede di possedere requisiti specifici attraverso un bando pubblico, i quali vengono comunque controllati dalle autorità competenti e successivamente assegnate ai cittadini. Dalle notizie pervenute, risulta che a Civitavecchia, siano state assegnate 40 casette di legno (su 180 domande ricevute), ma non si comprende bene se vi sia stato un bando e quali requisiti siano stati richiesti. Ancora, non si evince se ci sia stata una commissione di controllo sui requisiti richiesti. Tutto ciò pone degli interrogativi, che hanno bisogno di una risposta e questa poca chiarezza che sta venendo alla luce, sul modo di operare dell’Amministrazione Comunale, esige richiede risposte chiare in merito”.