“Caro Perello, questa tua metamorfosi salviniana è insopportabile”

CIVITAVECCHIA – Caro Daniele,
ho letto con molto dispiacere quanto hai scritto riguardo una giovane mamma, la quale si sarebbe rivolta prima al Sindaco e poi a te, intimorita dai parcheggiatori abusivi extracomunitari. Spunto perfetto per iniziare la solita sinfonia contro gli immigrati.
Vedi, non è tanto la tua militanza passata nel partito comunista o la tua dichiarata predilezione per un uomo come Che Guevara a rendere umanamente e politicamente insopportabile questa tua metamorfosi salviniana, quanto l’irresponsabilità con la quale eserciti il tuo ruolo di consigliere comunale. Credo che il tuo ruolo sia quello di combattere le paure delle persone, non di aumentarle. Credo che dovresti costruire una soluzione che dimostri la possibilità dell’integrazione, non dell’esclusione. Credo in sintesi che sia davvero troppo semplice agire sui sentimenti istintivi delle persone, qualcuno direbbe “pancia”, per racimolare facili consensi. Compito arduo, ma al tempo stesso necessario ed auspicabile, di chi fa politica ed esercita un ruolo istituzionale, non è dire cose “comode”, ma dire la verità anche quando inizialmente sembra andare in direzione opposta al pensiero di massa, perché il compito vero del politico non è acquistare consensi, ma fare la cosa giusta. Sarebbe stato giusto far capire a quella giovane mamma che spesso e volentieri i parcheggiatori abusivi sono italiani e che dunque a Civitavecchia, come nel resto del paese, il delinquente è tale a prescindere dal suo paese di origine. Non ci risultano ancora casi di disordini tra extracomunitari ed italiani nella nostra città e forse, Daniele, interventi come il tuo potrebbero crearli. Ti ricordo che proprio ieri una molotov ha ucciso dei bambini rom dentro una roulotte e nel ricordatelo, ti invito ancora a riflettere sull’importanza del tuo ruolo.
Ti lascio con una citazione Antonio Gramsci, ad oggi incredibilmente attuale:
“Io sono sempre stato dell’opinione che la verità abbia in sé la propria medicina.”

Stefano Giannini