“Caro Perello, non c’è parallelismo che tenga”

pallone da calcioCIVITAVECCHIA – La nota di Perello proveniente a quanto si dice dalla segreteria del Sindaco è sconcertante.
Come si usa fare in assenza di ragioni plausibili, in luogo di difendersi attacca. Ma quando si attacca bisogna saper scegliere gli argomenti altrimenti si rischia l’autogol.
Egli non distingue le battaglie politiche dall’opportunismo personale, confonde chi rimane dalla stessa parte della barricata pur manifestando la sua autonomia ed indipendenza, assumendo anche difficili e non vantaggiose posizioni per sostenere le proprie convinzioni, da chi invece fa il salto dall’altra parte, passa da sinistra a destra o viceversa,tradisce il voto degli elettori, si schiera con i suoi precedenti avversari politici.
Novelli mercenari, vanno dove va il vento, corrono dietro al potere ovunque si trovi.
Passare da Rifondazione comunista al sostegno alla giunta di centro destra è un salto acrobatico, una dimostrazione di straordinaria “flessibilità” che lascia increduli.
Difficile capire come si possa, nel volgere di pochissimo tempo, transitare da una posizione “dura ed intransigente” a quella di servitore zelante del potere, trasmigrare dalla sinistra estrema alla destra, dalla denuncia dell’inefficienza amministrativa, al suo sostegno.
E non c’è, come Perello tenta maldestramente di fare, alcun parallelismo che tenga.
Cosa c’entra ricordare la vicenda della caduta della giunta Saladini, vicenda amara certamente, su cui forse bisognerò riflettere più a fondo, che fu il frutto di divisioni interne alla sinistra e al centro sinistra, di diverse
valutazioni su una fase della storia della nostra città, e alla quale partecipò con convinzione anche il partito a cui aderì Perello?
Cosa c’entra quella storia con il trasformismo? Possono darsi giudizi diversi  sulla vicenda, ma non può certo dirsi che fu  segnata da incoerenze ed opportunismi. Fu una scelta politica, giusta o sbagliata che fosse.
No, Perello può essere solo omologato ai numerosi, purtroppo, suoi amici di cordata, che presentatisi in uno schieramento, hanno finito col passare a quello opposto.
Vezzo ormai diffuso che pensavamo circoscritto a precise aree della politica, ma che ritenevamo impossibile trovare tra gli eredi di un glorioso partito quale è stato il Pci. In quel partito, come in quelli di sua diretta
emanazione, la coerenza e la lealtà, sono sempre stati valori assoluti.

Marco Piendibene – Capogruppo Pd