CIVITAVECCHIA – In risposta alla nostra domanda di fare chiarezza su notizie che danno un consigliere comunale della maggioranza coinvolto in un’operazione antidroga dei carabinieri, nel giro di 24 ore il Presidente del Consiglio Comunale, Francesco Cappellani, interviene tre volte. La prima e la seconda volta ci ha insultato. La terza – evidentemente meglio consigliato – ha evitato di offenderci e ha sviluppato un ragionamento. Seppur favorevolmente colpiti dal mutamento di tono e dal recupero di stile dobbiamo replicare all’ultima uscita del Presidente del Consiglio perché largamente insoddisfacente.
Ci siamo rivolti a Cappellani perché, al di là della sua personale appartenenza alla maggioranza, rappresenta la massima assise politica della città. Una rappresentanza che investe l’intero corpo politico che siede in Aula Pucci. E proprio per tutelare l’onorabilità del Consiglio comunale gli abbiamo chiesto di non girare la testa dall’altra parte dinanzi agli articoli usciti sulla stampa locale e secondo i quali un consigliere è stato interrogato dai carabinieri, nell’ambito dell’operazione Saint-Libory, in quanto assuntore di cocaina. Per di più, lo ribadiamo, sono anni che a Civitavecchia si parla di uso di stupefacenti da parte di diversi esponenti politici. Ci è sembrato così che l’interrogatorio dei carabinieri fosse finalmente l’occasione per fare luce intorno a questa torbida vicenda ed eventualmente scacciare ogni diceria. Lo diciamo senza infingimenti: se le recenti informazioni pubblicate dalla stampa locale non sono vere siamo i primi ad esserne contenti. Ma finora nessuno ha smentito. E se si tacita finalmente la voce secondo la quale diversi esponenti politici si drogano ci guadagniamo tutti. Ma soprattutto ci guadagna la politica, la cui perdita di credibilità nei confronti dei cittadini ha superato di gran lunga il livello di guardia.
Questi sono problemi che il Presidente del Consiglio comunale ha il dovere di porsi. Non si tratta né di moralismo né di caccia alle streghe. Ma di recuperare la reputazione perduta. Perché l’attuale Amministrazione comunale la reputazione l’ha perduta. Detiene il potere ma ormai a Civitavecchia non gode più di nessuna stima. Quando poi si giunge al sospetto che decisioni politiche sono prese da individui che si drogano si è davvero toccato il fondo. E in questi casi un Presidente del Consiglio comunale non può non intervenire. E cosa fa Cappellani dopo aver finito di insultarci? Afferma che il problema riguarda la città. E’ come se un padre che sospetta il figlio di drogarsi anziché accertarsi della condizione del figlio inizi a indagare su altri ragazzi. Insomma, Cappellani tenta strumentalmente di aggirare il problema sciogliendolo nella società. Invece, forse il problema ce l’ha in casa, dentro il Consiglio comunale di cui lui è Presidente. E allora deve accertarsi se è vero che un consigliere si droga e se è così obbligarlo alle dimissioni.
Per quanto riguarda i rappresentanti del PD in Aula Pucci chiederò che tutti si sottopongano a test antidroga e che i risultati siano resi pubblici. E ci farebbe piacere sentire anche la voce di alcuni potenziali alleati del centrosinistra che parlano di codice etico e tacciono su questa come su altre vicende che hanno coinvolto l’Amministrazione comunale. Insomma, a Civitavecchia è aperta in tutta la sua drammaticità la questione morale. I quattro anni in cui questa Amministrazione ha gestito il Pincio hanno visto di tutto: le maggiori opere della città bloccate dalla magistratura o da organismi di controllo; una modalità di fare politica all’insegna del clientelismo; l’assalto ai beni comuni col preciso scopo di arricchire qualcuno e ora persino lo scandalo cocaina e politica. Si è ormai al di là di ogni limite. E la doppia morale ormai non salva più nessuno. Ma proprio nessuno. Civitavecchia non può reggere un livello di corruzione della vita politica così alto senza pregiudicare il suo presente e il suo futuro.
Patrizio De Felici – Segretario PD Civitavecchia






