Biodigestore, proposte e strategie dopo il Consiglio comunale aperto

CIVITAVECCHIA – “Un consiglio comunale aperto che, a parte qualche nota stonata, ha dato davvero dimostrazione di maturità, compattezza e lucidità e che, in un certo senso, si è mosso in continuità con le manifestazioni popolari dei giorni scorsi”. Così si esprime Civitavecchia Bene Comune all’indomani della seduta aperta tenutasi all’Aula Pucci sul contestatissimo Biodigestore autorizzato dalla Regione a Civitavecchia.

“Sul fronte delle proposte concrete – commenta Civitavecchia Bene Comune – non possiamo far altro che prendere atto di quella arrivata dai consiglieri regionali De Paolis e Porrello i quali, partendo delle condizioni generali mutate per la drammatica escalation bellica che si sta consumando in queste ore in Ucraina e della conseguente scelta del governo Draghi di utilizzare a pieno regime le centrali a carbone italiane, stanno lavorando, unitamente all’amministrazione comunale, per presentare motivazioni aggiuntive che siano in grado di rimettere in discussione l’esito della conferenza dei servizi e provare a cestinare definitivamente, in quella sede, il progetto di Ambyenta Lazio. Sempre in merito alle proposte, giudichiamo interessante ed estremamente efficace l’intervento dell’ex assessore Roscioni che ha chiarito in modo preciso ed esaustivo quali possano essere le procedure possibili per controbattere il “SI’” della regione all’impianto e che, in sostanza, ha messo gratuitamente a disposizione dell’azione del Sindaco le competenze dei professionisti che hanno aderito agli “Avvocati per l’Ambiente”. Questa è la città che ci piace, la città che mobilita le proprie forze per il bene del territorio”.

Qualche riserva, se non critica, nei confronti invece delle posizioni espresse dal sindaco di Santa Marinella Pietro Tidei e della consigliera regionale Marietta Tidei “secondo i quali, il problema del progetto di Ambyenta Lazio è solo una questione di tonnellaggio”. “La questione è molto più complessa ed il tentativo di strumentalizzare la volontà popolare espressa dalle piazze portando all’attenzione dell’annunciato consiglio comunale allargato una delibera in cui si propone un biodigestore ridimensionato è da condannare e respingere fin da subito. Lo ribadiamo per l’ennesima volta e a scanso di equivoci: la produzione di biogas attraverso il trattamento dei rifiuti umidi produce inquinamento, non conclude con modalità virtuose il ciclo dei rifiuti e non rientra nel concetto (e nelle norme) dell’economia circolare. E questo a prescindere dalle ambizioni personali di qualche imprenditore prestanome o delle ricostruzioni strampalate di qualche fan locale della monnezza. Tra l’altro, vorremmo far notare a chi sostiene che con queste modalità si chiude definitivamente il ciclo dei rifiuti, che, oltre al biometano, questi impianti producono scarti inquinanti (il digestato) estremamente pericolosi e difficili da smaltire. La soluzione proposta in questi giorni dai cittadini, ovvero un piccolo impianto di compostaggio aerobico modulato sulle esigenze del comprensorio, è l’unica possibile per chiudere in modo virtuoso il ciclo dei rifiuti e l’unica che possa essere inserita nel contesto di una città che traguarda concretamente ad una reale transizione ecologica. Auspichiamo che la politica comprenda che fare di Civitavecchia, da sempre vessata da impianti industriali altamente inquinanti, una città polo del buon vivere e del buon lavoro sia un processo a 360° che deve necessariamente escludere ogni futuro insediamento industriale che non sia realmente green.”

Sul Consiglio aperto di mercoledì prende posizione anche la Maggioranza con una nota congiunta: “Il Consiglio comunale aperto sul progetto di Megadigestore a Civitavecchia ha raggiunto almeno in parte l’obiettivo che si prefissava: accertare le responsabilità per proseguire con maggiore chiarezza la battaglia contro un progetto scellerato e che va rigettato. Battaglia nella quale, abbiamo appreso, il territorio sarà unito. Benissimo. Ma, se un marziano distratto con la sua navicella fosse atterrato all’aula Pucci, forse avrebbe avuto difficoltà a individuare le responsabilità. Prima di iniziare la battaglia unitaria, allora, è il caso di ribadire alcuni concetti semplici e fattuali. Non ci sono dubbi sul fatto che la responsabilità politica di non aver fermato prima questo progetto sia della maggioranza Pd-M5s che governa la Regione Lazio, che poi in consiglio comunale a Civitavecchia è l’opposizione. Sono peraltro le stesse responsabilità politiche formali e sostanziali che si ripetono nel caso del parere positivo alla commissione Via sul progetto a gas a Torre Valdaliga Nord. E se è vero (ma non lo è) che la politica non governa questi processi, allora il presidente Zingaretti e qualche suo assessore avevano poco da pavoneggiarsi nell’annunciare la notizia, smentita dai documenti, dell’abbandono dello stesso progetto a gas. Ora che i campi sono chiari, che il punto fermo lo abbiamo messo, cercheremo la soluzione: ad esempio l’annullamento in autotutela degli atti chiesto dal sindaco Tedesco. Ma chi è stato fino ad ora parte del problema, magari a 9000 euro al mese, eviti di farci lezioni”.