CIVITAVECCHIA – Civitavecchia è davvero una città speciale. Siamo riusciti nell’impresa, davvero rara, di far naufragare una nave senza nemmeno averla varata.
Ovviamente il naufragio è quello del mega yacht Privilege commissionato da improbabili quanto fantomatici emiri, i quali però devono avere una pazienza degna dei monaci tibetani visto che attendono da ben 7 anni la consegna di quella che ad oggi appare solo un guscio vuoto di ferro. Se poi vogliamo paragonare Privilege con la Concordia, troviamo anche altre sorprendenti analogie con i personaggi coinvolti in questa vicenda e che possono facilmente essere riconducibili : un capitano incapace, un armatore privo di scrupoli, una compagnia di navigazione accondiscendente e purtroppo tante vittime.
Possiamo discutere fin quanto vogliamo delle responsabilità pregresse, di chi e come ha permesso e autorizzato tutto questo, ma ora è arrivato il momento di salvare chi è aggrappato disperatamente ad una scialuppa e aspetta i soccorsi. Sempre se ci sia la volontà di farlo.
Concordiamo con la CGIL e la FIOM sulle perplessità legate ad una riapertura del cantiere, soprattutto alla luce delle fumose quanto incerte garanzie economiche ipotizzate dalla proprietà, ma temiamo che le risposte, da parte di Comune e Autorità Portuale, siano come al solito inconcludenti e fuorvianti. Lo saranno perché i primi non hanno la benché minima cognizione del problema né tantomeno di come risolverlo e i secondi , viceversa e per ragioni ormai note, hanno interesse a insabbiare per quanto più tempo possibile la vertenza, anche ricorrendo a lacunose promesse risolutive.
D’altronde non basta stilare un frettoloso cronoprogramma senza avere la certezza che le pendenze economiche con le Imprese e con i loro dipendenti siano sanate in tempi rapidi.
Non basta prendere tempo in attesa di chissa quali sviluppi ed eventi, quando ormai i tempi delle chiacchiere e delle promesse è finito.
Lo chiedono ormai a gran voce le vittime di questo naufragio i lavoratori, i piccoli imprenditori gli artigiani e le loro famiglie oggi sull’orlo del fallimento, che a suo tempo sono stati ammaliati dagli stessi personaggi che ora cercano di giustificare situazioni inaccettabili e gravissime.
Dario Bertolo – Segreteria PD