Basta variare per legalizzare?

cantiere via adigeCIVITAVECCHIA – Una lunga nota alla Governatrice Polverini per ristabilire la legalità nella vicenda della palazzina in fase di costruzione in via Adige dove sorgevano gli ex uffici Enel. L’hanno inviata i residenti ricostruendo l’intricata e a tratti oscura vicenda di questi lavori, autorizzati dal Comune di Civitavecchia il 9 dicembre 2009 e poi passati all’attenzione della Regione, dopo qualche mese, a seguito degli esposti e delle richieste di chiarimenti avanzate da numerosi cittadini circa la regolarità dei lavori in corso. Tanto che già il sostituto procuratore della Procura di Civitavecchia si è così pronunciato: “Il permesso di costruire in questione deve valutarsi come illegittimo” (…) “per l’area in questione è stato applicato un indice di fabbricabilità erroneo: infatti tale indice, correttamente, avrebbe dovuto essere di 4,9 mc/mq, laddove l’indice invece applicato è stato di 7 mc/mq”; e: “sarebbero stati autorizzabili 5.265 mc.”; ed ancora: “in parole povere l’edificio risulterà avere due piani in più”.
Al Dirigente competente del Comune di Civitavecchia, Arch. Massimo Piacentini, sono state quindi indirizzate precise sollecitazioni, affinché, sulla base delle riportate conclusioni del Pm, si procedesse alla verifica del progetto ed alla rimozione delle suddette illegittimità. Il Dirigente, rispondendo alla Regione, ha annunciato che, a seguito di un’istanza da parte della proprietà, è all’esame delle istituzioni locali una variante.
“Inoltre – afferma una delle firmatarie della lettera alla Polverini, Tania Benedetti – lo stesso ha dichiarato che l’Ufficio ‘pur ritenendo non procedere ad una sospensione autorizzativa dei lavori, in pendenza dell’esame della variante, di cui sopra, ha inviato al concessionario una nota del 27.04.2011, prot.22.744, invitandolo a sospendere le opere in esecuzione del progetto approvato con il Permesso di costruire n. 84/2009′. Il Dirigente rassicura che ‘l’opera è strutturalmente eseguita per n. 5 piani compreso il piano terra, (ma dallo scheletro dell’edificio si vedono 6 piani, più un altro piano di ‘locali tecnici’ che poi diventeranno mansarde, oltre al piano commerciale), e che potrà raggiungere un’altezza utile consentita per il tipo edilizio H di ml.24,00′. Ha informato, inoltre, che per l’istruttoria applicherà la delibera di C.C. 70/’10 (di cui alcuni consiglieri comunali hanno a suo tempo eccepito la legittimità alla stessa Area Vigilanza Edilizia e Lotta all’abusivismo, che non si è ancora pronunciata) senza che essa sia conforme a qualsiasi strumento urbanistico che sottende la normativa generale di tale materia. In sostanza, pur applicando l’indice corretto, ossia quello territoriale, il risultato non cambia perché la volumetria consentita è di poco inferiore a quella autorizzata dal precedente permesso di costruire. Questo perché viene inserita nella sottozona, quale parti comuni, la mezzeria della strada Aurelia, che in quel tratto prende il nome di viale Guido Baccelli, nonostante ciò sia in netto contrasto con la perizia del CTU della Procura, Arch. Tiziana Aloi, e non trova riscontro nelle cartografie ufficiali di Prg”.
Lo scorso 23 settembre 2011 il Servizio 9, Governo del Territorio ha rilasciato la variante con P.d.C. n. 55. Da parte sua, però, l’ufficio “Area Vigilanza” della Regione, sebbene sollecitato ad esprimersi nel merito perché non fosse reso inefficace il provvedimento, non ha sin qui dato alcun cenno di riscontro: “Questo silenzio appare inquietante – prosegue la signora Benedetti – ove si pensi che, al contrario, alle numerose sollecitazioni sono state fornite, per le vie brevi, altrettante rassicurazioni circa l’imminenza del riscontro. Quindi lo scorso 3 ottobre si è provveduto ad un sollecito ufficiale”.
“In sostanza Signor Presidente – l’appello dei residenti alla Polverini – la qualità della vita dei residenti della zona verrà ulteriormente compromessa, perché si appesantisce una situazione già precaria sia per il congestionamento urbanistico, sia per l’insufficienza degli standard urbanistici. Per quanto riguarda gli standard urbanistici, quelli che si aggiungeranno con la variante in questione rischiano, di fatto, di non essere a disposizione della collettività perché agli atti non è stato previsto alcun atto d’obbligo e nessuna convenzione. Signor Presidente, la sottoscritta e i residenti scriventi sanno quanto è sottodimensionata quell’Area dell’assessorato regionale all’urbanistica; ma non vorremmo che, dietro questo alibi, si nascondano comportamenti di basso profilo. Sta di fatto, comunque, che ci sono responsabilità politiche tali che potrebbero alla fine mostrare vani i numerosi lodevoli impegni pubblicamente assunti verso un ‘rinnovamento’ del rapporto fra Amministratori e amministrati”.