CIVITAVECCHIA – Una cronistoria dettagliata quella che fornisce l’esponente del Forum Ambientalista Simona Ricotti in merito al Registro dei tumori, argomento di forte discussione politica in questi giorni dopo il Consiglio comunale di martedì.
La Ricotti ricorda come la richiesta di un Registro fu avanzata per primo dal Movimento No Coke e dai Medici per l’Ambiente già all’ex sindaco Alessio De Sio sotto questo nome: “Istituzione del registro tumori della popolazione dei comuni di Civitavecchia, Santa Marinella, Tolfa ed Allumiere in collaborazione con l’Agenzia di Sanità Pubblica Lazio”. Progetto, peraltro fatto proprio dalla Asl RmF, successivamente presentato al Commissario prefettizio Angelo Di Caprio e ai primi cittadini Gino Saladini e Gianni Moscherini.
“E’ un dato – afferma la Ricotti – che da allora nessuna istituzione ha mai dato seguito concreto a tale richiesta. Anzi, l’ex Sindaco Moscherini, dall’alto della sua ‘nota sensibilità ambientale’, con nota prot. 60599 del 24.12.2008 confinava detta istituzione nei normali compiti istituzionali della Asl, tanto da indurre quest’ultima a chiedere chiarimenti in merito al competente assessore regionale”. Da allora, il nulla.
La proposta è stata quindi reiterata, e approvata all’unanimità alla presenza anche dei rappresentanti della Asl RmF, nella seduta dell’Osservatorio Ambientale del 20 settembre 2011, e di seguito formalizzata attraverso un Report in cui si afferma tra l’altro che “Nel Lazio non esiste, ad oggi, un Registro tumori regionale che avrebbe fornito il dato di incidenza (nuovi casi di malattia) delle patologie tumorali e l’Osservatorio Ambientale non può che invitare le autorità competenti a fare quanto necessario per una piena e rapida informatizzazione degli Istituti di Anatomia patologica, punto di partenza necessario per l’istituzione del Registro stesso.”
“Bene ha fatto, quindi – commenta la Ricotti – il Comune di Civitavecchia ha ribadire l’impellenza di tale istituzione, resa ancor più necessaria dalle preoccupanti evidenze emerse nello studio, pubblicato sul medesimo Report, sullo stato di salute della popolazione residente nel comune di Civitavecchia e nel comprensorio nel periodo 2006-2010. Dati estratti, per la mortalità, dal Registro Nominativo delle Cause di Morte (ReNCaM) della Regione Lazio e, per le ospedalizzazioni, dal Sistema Informativo Ospedaliero (SIO) della Regione Lazio gestito dalla Agenzia di Sanità Pubblica, e che, seppur parziali, mettono bene in evidenza nella popolazione interessata un eccesso di rischio mortalità per varie tipologie tumorali nonché per infezioni acute delle vie respiratorie e di malattie dell’apparato genito-urinario. A fronte della gravità dei dati sopra esposti, che il Dottor Squarcione non può non conoscere, e dell’urgenza espressa, e ribadita negli anni, dalla stessa Asl RmF circa l’urgenza dell’istituzione di un Registro Turmori, risulta incomprensibile il netto rifiuto che, secondo quanto emerso dai comunicati stampa seguiti al Consiglio Comunale sulla sanità, avrebbe opposto in tal senso il Direttore Sanitario. Rifiuto che, qualora confermato, rappresenterebbe valido motivo per chiederne la rimozione”.
La Ricotti auspica che dalla sinergia tra quanti sinora si sono espressi favorevolmente nei confronti del Registro dei Tumori “possa scaturire la giusta pressione sui competenti organi regionali”. “In tale contesto – conclude – se il Comune di Civitavecchia decidesse, finalmente, di abolire il baraccone mangiasoldi costituito dal Consorzio di gestione dell’Osservatorio ambientale, peraltro a tutt’oggi presieduto da uno dei padri della riconversione a carbone, per decidere di confluire con il proprio rappresentante nell’unico Osservatorio riconosciuto per legge, ovvero quello istituito dalla Regione Lazio, forse l’azione dello stesso potrebbe risultare più incisiva, i tanti progetti in esso discussi troverebbero maggior impulso, la salute della popolazione risulterebbe monitorata con maggiore cura e, forse, l’Enel la farebbe meno da padrona sul nostro territorio”.