CIVITAVECCHIA – Altro che Pasqualino Monti. Il “cavallo” che Palazzo del Pincio sostiene per la corsa alla presidenza dell’Authority ha tutt’altro nome e e si chiama Gianni Moscherini. Ne ha dato eloquente prova quest’oggi la maggioranza delle larghe intese che, al termine del Consiglio comunale dedicato alla “terna” di nomi da inviare al Ministro Matteoli, ha inserito nella tris, oltre allo stesso Monti e ad Enrico Luciani, proprio il Sindaco Moscherini. Un concorrente piuttosto scomodo e ingombrante per Monti che, se il centrodestra locale, come ripetutamente dichiarato in questi mesi, riteneva il proprio candidato di punta, avrebbe dovuto abbinare ad un nominativo molto meno concorrenziale.
E così la pantomima, di sicuro architettata in modo egregio, è andata in scena. con il Sindaco Moscherini che in apertura di seduta afferma di aver ricevuto al momento solo l’autocandidatura di Enrico Luciani, esimendosi, bontà sua, dall’autoproporsi e lasciando l’incombenza a chi, almeno apparentemente per i trascorsi non proprio idilliaci con il primo cittadino, non può destare sospetti; ovvero il Presidente del Consiglio Francesco Cappellani il quale, dopo l’elogio dovuto a Monti e la presa d’atto su Luciani, ha tirato fuori il coniglio dal cilindro: Gianni Moscherini. “Chi meglio di lui – il suo ragionamento – ha governato il Porto in questi anni?”. Obiezioni, critiche, contestazioni all’interno della maggioranza dei mal di pancia e dei malumori sotto pelle? Nessuno ovviamente, con i Consiglieri fedelmente allineati a sostegno del Sindaco. La terna con i nomi di Monti, Moscherini e Luciani fa quindi strike e passa con 18 voti a favore e due contrari (Manuedda e Petrelli, mentre il gruppo del Pd abbandona l’aula). Inutile la richiesta dell’opposizione di procedere con votazione a scrutinio segreto; mossa che avrebbe potuto comportare tiri mancini all’indirizzo del primo cittadino il quale, con il voto palese, ha potuto così tenere ben d’occhio tutti i suoi consiglieri. Unica defezione nel centrodestra (assente il solo Balloni) quella di Mario Fiorentini, che si è astenuto; prontamente compensata però dal voto favorevole dell’ex Pd Alessio Gatti, mentre l’Udc si è di nuovo spaccato come due giorni fa sul Bilancio: Mirko Mecozzi ha abbandonato l’Aula, mentre Mirko Cerrone è stato protagonista di un altro exploit; dopo aver proposto pubblicamente il nome del giovane Massimiliano Perri ha votato senza battere ciglio la terna Monti-Luciani-Moscherini. E a proposito di ciglia imperturbabili che non battono, con il Primo cittadino in piena corsa per la presidenza dell’Authority e in cerca di solide alleanze nei palazzi del potere di Roma, viene lecito farsi una domanda: forse che i suoi recenti silenzi e “non ne so nulla” su discarica, cdr, immigrati e quant’altro c’entrano qualcosa con la sua candidatura a Molo Vespucci? Inimicarsi in questo momento Matteoli, Polverini, Alemanno e company, a pensarci bene, non sarebbe proprio saggio…
Ma. Ga.