“Altre nubi si addensano sul territorio dell’alto Lazio”

CIVITAVECCHIA – Dalla CGIL Civitavecchia Roma Nord riceviamo e pubblichiamo:

La perversa abitudine a concepire questo pezzo di territorio alla stregua di servitù, nel quale relegare le peggiori nefandezze utili ora alla nazione, ora all’area metropolitana, sembra non conoscere fine.
A fronte di prese di posizione di cittadini costituitisi in associazioni o comitati, o sindacati, sembra innestarsi una sorta di gioco al rilancio:
Si protesta per la conversione a gas della centrale Enel? Ecco arrivarne un’altra al sito adiacente, Tirreno Power.
Ed ecco una richiesta per un bio digestore.
In una sorta di balletto, i sindaci si alternano nel dire no a questo, no a quello.
Ognuno guarda il suo pezzetto, di visione complessiva, di progettualità per il futuro del territorio nessuno sembra occuparsi.
Grandi assenti, dallo spettacolo cui i cittadini assistono impotenti, la regione Lazio ed il Governo, dai quali, ad oggi, nessuna valutazione di merito è emersa con chiarezza, mentre iniziano a trapelare voci di una necessità di revisione del Pniec, ma solo voci, nulla di ufficiale. E il tempo corre veloce.
Il 2025 è domani, l’energia che produciamo col carbone è già percentuale residuale rispetto al reale fabbisogno, ma dopo?
Quando inizieremo ad affrontare il tema di utilizzo delle risorse da destinare al green new deal?
Forse è il caso di cambiare passo.
È giunto il momento, come in altre occasioni, di unire le forze per affermare e rivendicare la dignità ed il rispetto di chi questo territorio vuole viverlo, con le sue contraddizioni, con le sue bellezze, con le sue ricchezze, con le sue peculiarità e vuole vederlo rinascere, per i giovani di oggi e anche per quelli di domani; di chi vuole viverlo non come una eterna servitù predestinata, ma rivendicandone le decisioni sulle destinazioni d’uso, volendo “dire la propria“ anziché accettare supinamente decisioni prese dall’alto ed estranee ad una democrazia moderna.
È per questo che riteniamo si debba cambiare passo, aprire confronti, creare sinergie.
A partire da una conferenza dei sindaci del territorio, due province interessate, che con atti formali condivisi, delibere approvate in ogni consiglio, forzi la mano ad ogni livello delle istituzioni con l’obiettivo di dissequestrare il dibattito sui grandi temi che condizioneranno la vita e lo sviluppo economico di questo territorio per i prossimi venti anni.
Che gli attori interessati si confrontino, convincano con ragioni di merito i cittadini e i lavoratori, che la realizzazione di impianti obsoleta che stanno perseguendo sia l’unica soluzione.
Che la Regione stessa si confronti col territorio prima di decidere se intende condannare l’alto Lazio ad essere il Polo energetico a combustibile fossile più grande d’Europa.
Che dica chiaramente quali sono, se ci sono, le reali necessità di realizzare ben 6 turbogas in 20 km di costa, utilizzando, peraltro, tecnologie che nasceranno già obsolete e che certamente portano con se una perdita secca di oltre un migliaio di posti di lavoro.
La CGIL territoriale c’è, è pronta a confrontarsi con la politica, dai comuni alla regione, al Governo..
Siamo pronti ad ascoltare il parere tecnico scientifico sulle probabili alternative che crediamo percorribili, anche alla luce degli ingenti stanziamenti della comunità europea in materia di energia da rinnovabili.
Siamo pronti a valutare i diversi impatti, sulla salute, sulla occupazione, sulla economia del territorio.
Siamo pronti ad accettare la sfida, consapevoli che una scelta che guardi al futuro, che risponda ai criteri di modernità per la produzione di energia possa portare non solo ad aumentare l’occupazione in un territorio in crisi da anni, ma anche occupazione di qualità, di collegamento con la ricerca e col mondo universitario con nuove opportunità per tutto il territorio.
Ciò che non siamo pronti ne disposti a fare, è lasciare che il tempo trascorra senza che nessuno entri e nel merito dei problemi e delle sfide che abbiamo di fronte: non ci piace e non va bene l’assordante silenzio in cui le istituzioni preposte sembrano cullarsi privando li cittadini della possibilità di discutere comprendere partecipare alle scelte che saranno compiute su e per il territorio.
Rivolgiamo quindi appello a tutte le istituzioni coinvolte, a partire dai sindaci del territorio, affinché si apra da subito una stagione di confronto aperta alle parti sociali, una sorta di cabina di regia in cui coordinare azioni da fare affinché gli interessi degli uni non siano necessariamente a danno di altri.
Le opportunità ci sono. È responsabilità di ognuno saperle cogliere”.

CGIL Civitavecchia Roma Nord