“Aeroporto di Viterbo inutile se non si realizzano le altre infrastrutture”

Aeroporto ViterboCIVITAVECCHIA – Prima di pensare alla realizzazione dell’aeroporto di Viterbo occorre ridisegnare e reinvestire sull’intera mobilità dell’Alto Lazio. Ne è convinta la Filt Cgil che torna a dire la sua sulla struttura aeroportuale che si vorrebbe realizzare nel capoluogo cimino, esprimendo tutte le proprie riserve ed illustrando le migliori strade percorribili.
“E’ opinione di tutti – si legge in una nota a firma della segreteria del sindacato – che il grave disagio economico di questa parte della regione, oltre a ragioni storiche, è dovuta alla totale mancanza di  programmazione di una giusta ed equa viabilità, problema che né la provincia di Viterbo né il comune di Civitavecchia si sono mai posti nel passato e che nel tempo ha creato una desertificazione sociale del territorio difficilmente sanabile. Infatti per il solo collegamento del tratto autostradale Viterbo/Civitavecchia ci sono voluti anni di lotte, conferenze, congressi, prima che si giungesse all’apertura di un cantiere e pensiamo che se le cose andranno così, ci vorranno anni perché si concluda, con il rischio di stare fuori tempo e che non serva più a nulla. Stessa cosa è per i collegamenti ferroviari”.
Per la Filt insomma il nuovo aeroporto rischia di rimanere una cattedrale nel deserto in assenza di altre fondamentali infrastruttura. “Quale migliore occasione dell’aereoporto – proseguono – per riaprire la Civitavecchia/Capranica, oppure meglio ancora, quale miglior occasione, visto che la super strada transita a trecento metri dallo scalo aereo, costruire contemporaneamente ad essa un sedime ferroviario, praticamente a costo zero, che si innesti sulla tirrenica e capace in tempi brevissimi di collegare l’aereoporto con il porto croceristico di Civitavecchia e la capitale? Ma ancora però, si insiste sul raddoppio della Viterbo/Cesano opera che  costerebbe una fortuna e che non porterebbe al risultato”.
La Filt si domanda infine come sia stato possibile “che si voti la dislocazione di un’opera aeroportuale su questo territorio senza che prima sia stato effettuato uno straccio di studio e compreso il modo per cui arrivarci”. “Non c’è bisogno di essere scienziati per comprendere quali possono essere le migliori scelte per questo territorio – concludono – ma nel frattempo le economie nazionali e non solo quelle si organizzano e noi,  rischiamo di rimanere per l’ennesima volta fuori gioco”.