CIVITAVECCHIA – Dall’associazione politica ‘A Gauche, riceviamo e pubblichiamo:
“Nella consueta omertà culturale e politica che circonda ogni vicenda che interessa il Porto, è stato nominato il rappresentante del comune in seno al Comitato di Gestione dell’ADSP.
In osservanza al bando emesso dall’amministrazione comunale ho personalmente inviato la mia candidatura, per la quale sono stata valutata sulla base del mio curriculum dal primo cittadino e dal segretario generale del comune.
Trattandosi di nomina di natura fiduciaria non esisteva alcun obbligo di emettere un bando e che una comunista (quale io sono e fui) non potesse rappresentare un sindaco della Lega è fatto scontato.
Ma quando un’Amministrazione Comunale decide di ricorrere ad una pubblica selezione, il carattere fiduciario dovrebbe assumere valore di subordine al rispetto della oggettività delle regole amministrative, altrimenti non è un bando ma una burla: un rispetto che un’opposizione consiliare nel pieno delle sue funzioni dovrebbe naturalmente pretendere, magari chiedendo la pubblicazione dei curriculum, piuttosto che limitarsi ad un poco onorevole “tanto è già tutto fatto”.
D’altra parte, se dalla stessa opposizione non si è levata una forte iniziativa politica neanche di fronte al melodrammatico teatrino dei plurimi rimpasti di giunta, l’aria politica che si respira in città è chiara. Triste, ma chiara.
Ma questo non significa che possano essere considerati dissolti i contenuti ed i temi di una Civitavecchia allo stremo, in massima parte proprio a causa del crollo della sinergia con l’economia portuale, perché la crisi è senza precedenti e pesa sulle spalle dei lavoratori e di chi il lavoro non ce l’ha, senza più coltri di silenzio atte a coprirli.
E allora entriamo nel merito, qualche primo semplice quesito, tanto per capire i parametri su cui il sindaco ha basato il prevalente criterio del carattere fiduciario:
– Affaire PRIVILEGE: intende l’Amministrazione Comunale, attraverso il suo rappresentante, porre formale richiesta di ritiro della concessione, riservandosi la possibilità di costituzione di parte civile contro chiunque abbia avuto (ed abbia) un ruolo nel danno prodotto a seguito del blocco di una importante fetta dello sviluppo territoriale, con relativa eventuale azione risarcitoria?
– LAVORO: ha predisposto l’Amministrazione Comunale un piano di sviluppo integrato da presentare come base essenziale nei rapporti con l’Ente portuale, per una reale ricaduta occupazionale ed economica sulla città? Intende dettare, attraverso il suo rappresentante, linee dirimenti e chiare per il recupero di un indotto cancellato, attraverso la limitazione della servitù di “parcheggio” per le navi da crociera e la liberazione di banchine da dedicare ad attività di maggiore ricaduta di natura specialistica, di cui un tempo il Porto di Civitavecchia era maestra? Il mio pensiero va naturalmente ai tempi in cui le navi si riparavano a Civitavecchia e il lavoro non veniva spedito a Genova.
– ACCOGLIENZA E FRUIBILITA’ DEL PORTO STORICO: intende l’Amministrazione Comunale, attraverso il proprio rappresentante, pretendere la riapertura del fortino in cui il porto è stato trasformato, abbattendo un po’ di sbarre e riaprendo la libera fruibilità ai civitavecchiesi e ad un turismo di prossimità, quello che effettivamente produce economia diretta? Intende
l’amministrazione chiedere conto della tombale chiusura di quelli che una volta erano i magazzini del pesce, cuore pulsante del porto e della città, pretendendo l’utilizzo e l’apertura ad iniziative legate alle tradizioni economiche e culturali di una città marinara come Civitavecchia? Provando a recuperare lo spirito di quelli che erano i contenuti dello stravolto Protocollo d’Intesa per il Giubileo del 2000, di integrazione porto-città. E non ci si lasci prendere in giro con l’alibi della sicurezza, perché come ovvio nei tempi moderni non è con le sbarre che si garantisce la sicurezza in un territorio esposto al cielo, al mare e in ogni dove (a meno che non si pensi che il pericolo arrivi dai civitavecchiesi).
– BILANCI ADSP: intende l’Amministrazione Comunale, attraverso il proprio rappresentante, chiedere conto delle motivazioni che hanno indotto il precedente rappresentante a non votare i bilanci dell’ente?
Pochi iniziali quesiti, tanto per capire perché si sceglie un architetto, visto che il contributo di specie dell’incarico non è quello di ridisegnare il Porto (abbiamo già dato), ma di recuperarlo per quanto possibile alla sua città.
Chiarimenti da cui non può considerarsi esentata un’opposizione consiliare chiusa in un pervicace ed imperdonabile silenzio, che continua a viaggiare a rimorchio tra un ringraziamento e l’altro, una volta al Presidente venuto da lontano, una volta ai secolari progetti rispolverati da qualche cassetto della Regione, senza MAI distinguersi con una propria piattaforma politica, sul Porto come su ogni vicenda politica amministrativa.
A meno che non si debba cedere alla sgradevole sensazione che in questa città non si registri più alcuna concreta distinzione tra maggioranza ed opposizione”.
Lucia Bartolini – Associazione ‘A GAUCHE