“A difesa dei lavoratori della GTC e degli operatori del turismo”

CIVITAVECCHIA – Dal Collettivo Autonomo del Porto di Civitavecchia riceviamo e pubblichiamo:

“Oggi, per parlare delle tante vertenze che scuotono il porto, vogliamo prestare la nostra voce a due categorie in gravissima difficoltà.
Partiamo dalle gru, simbolo del porto, il mezzo di collegamento tra le navi e la terraferma. Fu la famigerata legge 84 del 1994 a decretare che le gru e le relative maestranze non potessero più essere di proprietà pubblica. Nacque allora la GTC, un consorzio di imprese locali. Di fatto questo consorzio proteggeva dalla precarietà del mercato una categoria di lavoratori la cui continuità di prestazione garantisce puntualità del servizio e sicurezza per gli altri operatori portuali. La conseguenza per chi lavora in stiva e vede muovere carichi pesantissimi a pochi centimetri dal proprio corpo è che la propria vita è letteralmente nelle mani dei gruisti, quindi il grado di sicurezza dei portuali dipende dalla serenità e dall’esperienza di chi manovra le gru. Il rispetto dei loro diritti, la loro serenità e la loro esperienza ventennale, sono un patrimonio inestimabile per il porto di Civitavecchia che va difeso con ogni mezzo.
Questo prezioso equilibrio, che ha garantito decenni di pace sociale, oggi è stato distrutto. Alcune aziende che compongono il “consorzio” GTC, potendo legalmente acquistare ulteriori gru, hanno preso il sopravvento sulla stessa GTC, cercando di chiudere definitivamente i rapporti con i gruisti del porto per ottenere ancora più profitto, dando la precedenza ai propri mezzi e al proprio personale che ha all’attivo solo pochi mesi di esperienza nelle manovre delle gru. Per risolvere la situazione e salvaguardare il posto di lavoro di 16 gruisti della stessa GTC, la Compagnia Portuale ha fatto una proposta a Traiana per l’assorbimento dell’intero blocco di lavoratori, con la garanzia che gli ex-GTC abbiano la precedenza sul personale della Traiana, ma quest’ ultima ha rifiutato, solamente per motivi economici.
La seconda categoria in grave difficoltà è quella degli operatori del turismo legato alle crociere. Questo è un mondo del lavoro vittima della continua lotta tra poteri forti e che sfocia in un’eterna guerra tra poveri.
Circa 400 professionisti, ognuno di loro capace di parlare due o più lingue, molti in possesso di patentini abilitanti ottenuti a proprie spese, da sempre costretti a turni che vanno dalla mattina alla sera. I loro contratti vanno dalla partita iva ad altre forme altamente precarie, facendo ricadere completamente sulla categoria i cali di fatturato. Con la crisi dovuta al Covid-19 sono stati tra i lavoratori in Italia che hanno visto maggiormente ridotto, se non azzerato, i propri guadagni, integrati solo per alcuni con ristori miseri e spesso arrivati in ritardo.
Ora gli stessi operatori ci parlano di restrizioni ancora maggiori dei loro diritti. A causa del covid ci sono ulteriori riduzioni della tariffa giornaliera, già misera rispetto al correspettivo che i loro colleghi prendono in altri porti. Ci sono anche segnalazioni che dovrebbero far vergognare chi ha la responsabilità di organizzare questo settore: i problemi si hanno durante il pranzo. Questo non sempre è garantito agli accompagnatori, i quali però non possono allontanarsi dal ristorante dove il gruppo di turisti è in pausa pranzo, al fine di controllare il rispetto delle procedure COVID.
Sicuramente in questo settore c’è chi negli anni si è arricchito in modo spropositato, sfruttando la precarietà contrattuale di questa categoria ed ora, con la pandemia, pensa di sfruttare ancora di più i lavoratori. Noi tutto questo non possiamo e non vogliamo permetterlo. La richiesta di formazione e vestiario a carico delle società, il riconoscimento di una tariffa minima garantita ed il pagamento degli straordinari, il rispetto della professionalità e della dignità di chi lavora sono diritti imprescindibili nel 2021.
Noi saremo vicini a tutti gli operatori del crocierismo di Civitavecchia in questa lotta, cominciando con l’infrangere il muro di silenzio che avvolge la questione. È ora che istituzioni portuali ed imprese del settore cambino nettamente il modo di operare, salvaguardando i diritti e la professionalità dall’arroganza del profitto.
Queste due situazioni dimostrano che il nostro porto è malato da anni e con la pandemia si rischia di perdere altri posti di lavoro. Pensiamo che sia arrivato il momento di far sentire la nostra voce aderendo alle iniziative sindacali che stanno nascendo nel porto ed in città.
Per il porto aderiamo alla tre giorni convocata da Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti in difesa dei lavoratori della GTC. L’offerta di assorbire 16 gruisti da parte della Compagnia Portuale è l’unica che garantisce continuità lavorativa, la Traiana smetta immediatamente di pensare solo al profitto. Dignità, diritti e sicurezza sul lavoro, non sono una merce su cui trattare!
Aderiamo anche al Next Generation CV, cioè la proposta di USB di organizzare incontri e mobilitazioni, che dovrebbero sfociare in uno sciopero cittadino per reclamare investimenti puliti in favore della città e dei suoi lavoratori. La futura dismissione della centrale a carbone ed il progetto di una nuova centrale a gas mettono a repentaglio centinaia di posti di lavoro. La sintonia degli ultimi mesi tra comitati ambientalisti, associazioni, sindacati e studenti nel discutere come rivendicare contemporaneamente salute, ambiente sano ed occupazione per tutti ci trova entusiasti.
Dobbiamo ritrovare il senso di comunità da troppo tempo perduto e ricominciare a lottare uniti per rivendicare i nostri diritti. Portuali, gruisti, operatori turistici, metalmeccanici, elettrici, commercianti e studenti sono solo alcuni dei settori che lamentano gravi difficoltà. Dobbiamo unire le nostre istanze per essere più forti e per ottenere un futuro migliore per Civitavecchia”.

Collettivo Autonomo del Porto di Civitavecchia