17 giorni di sciopero della fame e tanta indifferenza attorno

CIVITAVECCHIA – Tra silenzi e tanta dolorosa indifferenza prosegue lo sciopero della fame e il presidio permanente sotto la sede Enel a Roma di Ernesto Tarallo, il dipendente di Torre Valdaliga Sud licenziato a dicembre da Tirreno Power.
La richiesta, inascoltata, è sempre la stessa: il rispetto della convenzione sottoscritta nel 2003 da Enel per la riconversione a carbone di Torre Valdaliga Nord con cui si impegnava al riassorbimento del personale in esubero a Tvs. Impegno rivelatosi letteralmente carta straccia.
E così la protesta di Tarallo, giunta ben al 17° giorno, va avanti, in condizioni sempre più critiche anche per il suo stato di salute, come riferito da lui stesso nell’ultimo aggiornamento pubblicato stamattina sulla sua pagina Facebook. “Il cielo è nuvoloso ma non pioverà. Il primo mese sta per andarsene. La glicemia è scesa ancora un po’, stamani 211. Devo durare il più possibile. Buona giornata”.
Attorno a lui, dopo qualche presa di posizione iniziale e tanta solidarietà espressa a parole, il vuoto più desolante da parte di istituzioni e politica. Nessuno sembra preoccuparsi di lui, della sua situazione lavorativa, delle sue condizioni di salute che lo stanno mettendo a dura prova. A parte qualche stretto amico che non gli fa mancare visite, qualche aiuto materiale e incoraggiamento, la sua presenza sotto la sede Enel è sconsolatamente solitaria. Anche in tempo di campagna elettorale e di consuete passerelle politiche il suo caso non interessa affatto. Forse un lavoratore licenziato è pur sempre preferibile a una lotta contro i poteri forti.