CIVITAVECCHIA – È un appello accorato quello lanciato ai cittadini questo pomeriggio in conferenza stampa dall’avvocato Carlo Rienzi, presidente del Codacons.
La vicenda è quella ormai arcinota del “vascello fantasma”, degli ex lavoratori della Privilege e di tutti i risparmiatori di Banca Etruria che hanno visto svanire i loto risparmi per un’opera di “gigantesca corruzione”. Corruzione che, in effetti, manca nei capi di imputazione del processo che avverrà davanti al GUP Francesco Filocamo il prossimo 6 giugno: “Se andremo a giudizio, come certamente credo, verrà aggiunta anch’essa, perché è evidente che ci sia stata” ha assicurato però il presidente, dopo aver tirato in ballo il termine.
Tornando all’appello, Rienzi è stato chiarissimo da subito: “Le categorie investite da questo disastro sono le più disparate. Se si andrà a giudizio, tutti i risparmiatori potranno costituirsi come parte civile lesa. Ma non soltanto loro: ci sarà materiale a sufficienza anche per i lavoratori e per i cittadini di Civitavecchia”.
Persino i cittadini? “Persino i cittadini, sì. La faccenda del ‘vascello fantasma’ ha offeso il nome della città intera. I cittadini lo guardavano e pensavano chissà cosa fosse: non era nient’altro che uno strumento di corruzione”. In questo gli ha fatto eco il figlio Vincenzo, anche lui avvocato: “Siamo convinti che ci sia una legittimazione per ciascuno, dipende solo dalla posizione occupata nel ruolo di parte civile lesa di fronte a questa vicenda”.
“Il mio è un appello – ha concluso poi Rienzi padre – rivolto a tutti: costituitevi parte civile lesa, dovreste sentirvi offesi da quanto accaduto. Noi vi difenderemo tutti volentieri”.
Patrizio Ruviglioni