“Sarebbe decente andare tutti a casa”

Alessandro ManueddaCIVITAVECCHIA – Il Consiglio di giovedì scorso, che, a causa della seconda fuga consecutiva del sindaco e dei suoi seguaci non ha chiarito nulla sulla vicenda delle casette di legno, non ha aggiunto o tolto un granché alla dignità e alla decenza del Consiglio Comunale.
Non penso che gli eccessi verbali delle cittadine e dei cittadini presenti in aula, peraltro ben distribuiti, per quanto riguarda i bersagli, tra maggioranza e opposizione, siano il criterio principale per giudicare del decoro del Consiglio Comunale e, in ogni caso, ne ricordo di molto più indecorosi, sia sotto questo profilo, con insulti rivolti unicamente a noi consiglieri di opposizione senza che a nessuno venisse in mente di informare il Prefetto o si indignasse per la lesa dignità del consiglio, sia soprattutto per il contenuto delle delibere votate.
Con un modesto sforzo di memoria, data la rarità delle convocazioni, non posso non ricordare il Consiglio del 22 dicembre scorso, convocato con procedura d’urgenza con l’unica finalità di approvare una delibera pornografica, ancora oggi impropriamente citata dagli organi di informazione come “sanatoria” per il palazzo sequestrato a piazza XXIV maggio e che, naturalmente, non ha sanato un bel niente, al punto che è notizia di questi giorni la richiesta di rinvio a giudizio per una decina di persone e il coinvolgimento, a vario titolo, nella vicenda di un paio di esponenti politici legati alla maggioranza.
Trovo più indecoroso l’atteggiamento di chi ha evocato lo sperpero di denaro pubblico per i Consigli “autoconvocati” dall’opposizione e, al contrario, è rimasto in silenzio su convocazioni come quella natalizia appena ricordata o quella patetica sulla terna di nomi per l’Autorità Portuale o sugli sperperi reali e clamorosi, come quello, appunto, delle casette di S. Liborio.
Trovo più indecoroso che qualcuno si sia pregiato di ricordarci che per avere chiarimenti i consiglieri possono presentare delle interrogazioni, fingendo di non sapere che per avere una risposta (quasi sempre una “non risposta”) in aula occorre più o meno un anno e mezzo, mentre alle interrogazioni a risposta scritta, per le quali la legge prevede un termine di trenta giorni, il sindaco non ha mai prodotto uno straccio di risposta.
Sarà sicuramente più indecoroso il prossimo (e ormai tristemente consueto) consiglio di mezza estate, nel quale il sindaco e la sua maggioranza vorranno approvare un rotolo di delibere accumulate nelle segrete stanze in attesa della distrazione estiva e costituite, per lo più, da provvedimenti urbanistici con buona probabilità illegittimi, essendo figli a loro volta di atti illegittimi quali il bando per i programmi integrati, quello per le aree di Edilizia Economica e Popolare e la scandalosa “Variante della Variante 29”.
Come opposizione, naturalmente, continueremo a richiedere che i consigli comunali siano convocati per la trattazione degli argomenti che riterremo opportuni e, scaduto il termine di venti giorni, chiederemo, secondo la legge, che sia il Prefetto a procedere alla convocazione, a cominciare dal consiglio, che, a norma di legge, deve tenersi entro il 6 luglio, sul bando illegittimo per la svendita ai privati del 60% di HCS.
Per quanto riguarda la decenza, se fossi costretto a scegliere tra un Consiglio dove, tra un’involontaria imitazione del compianto Bombolo, lo sgranocchiamento di bruscolini sui banchi, un fischio e un applauso dei cittadini, si votassero atti legittimi e nel reale interesse della collettività e un Consiglio dove, con un contegno signorile, si votassero quasi esclusivamente bilanci inquinati dai milioni elargiti dall’Enel o da anticamera del fallimento e altre delibere indecenti per la svendita delle società comunali e del territorio, sceglierei certamente il primo.
Certo, l’ideale sarebbe avere un Consiglio decoroso nei modi e nei contenuti, ma sono convinto che dovremo accettare l’idea di avere, almeno per i prossimi nove mesi, la forma della prima ipotesi e la sostanza della seconda. L’unica alternativa è calare in anticipo un sipario pietoso su questa sceneggiata che va in scena da quattro lunghissimi anni, andando tutti a casa subito. Basta dare le dimissioni in (almeno) sedici contemporaneamente. Io sono pronto e aspetto adesioni, decorose, pubbliche, di maggioranza e opposizione.

Alessandro Manuedda