“Privatizzazione Holding: sei domande per l’Assessore De Angelis”

de angelisCIVITAVECCHIA – Con riguardo alla prevista privatizzazione dei servizi pubblici locali, ovvero della società comunale HCS, avremmo il piacere di interloquire pubblicamente con l’Assessore De Angelis. Considerata l’importanza che la vicenda riveste per i civitavecchiesi, vorremmo quindi rivolgergli alcune domande a cui francamente non riusciamo a trovare risposta, certi che, con la sua consueta disponibilità, egli non mancherà di offrire i più opportuni chiarimenti.
1. La Delibera Consiliare n 71/2010 con cui si è decisa la cessione del 60 % di HCS trova fondamento nell’applicazione del c.d. “regime transitorio” di cui al punto a) comma 8 dell’art. 15 della L. 166/2009, che, come è noto, fa riferimento alle “gestioni in essere alla data del 22 agosto 2008 affidate conformemente ai principi comunitari in materia di cosiddetta in house” . Bene, a nostro parere tale fattispecie risulterebbe certamente applicabile ai casi di Etruria Servizi e ETM, ma come potrebbe interessare HCS che il 22 agosto 2008 non gestiva alcun servizio pubblico locale?.
2. HCS, in realtà, non risulta ancora oggi affidataria dei servizi in questione, poiché la Delibera  di Giunta 466/2009 ha disposto il mantenimento degli attuali affidamenti alle società ETM e Etruria Servizi fino a quando, per le due società, non sarà concluso il percorso che prevede la scissione parziale del “ramo del patrimonio” e la fusione per incorporazione in HCS del restante “ramo del servizio”. Siamo perplessi: come si può sostenere che HCS sia interessata dal suddetto “regime transitorio”?
3. La stessa Delibera Consiliare 71/2010 prevede di realizzare la cessione del 60% di HCS “ad avvenuta scissione di Etruria  Servizi spa ed ETM spa ed assegnazione del patrimonio in favore di HCS srl (Holding Civitavecchia Servizi srl), società dei servizi, ed in favore di C.I. srl (Civitavecchia Infrastrutture srl), società delle infrastrutture”, senza nulla specificare circa la necessità di concludere il descritto processo di fusione. Ebbene, non comprendiamo o si prevede di procedere alla cessione di HCS senza che questa sia ancora divenuta affidataria dei servizi pubblici locali?
4. Sempre il “regime transitorio” prevede che la fatidica cessione del 40% almeno del capitale debba essere effettuata “attraverso le modalità di cui alla lettera b) del comma 2”, ovvero “nel rispetto dei principi del Trattato che istituisce la Comunità europea e dei principi generali relativi ai contratti”. Al riguardo, l’Autorità di Vigilanza sui Contratti Pubblici, in coerenza con l’orientamento espresso dalla Commissione UE e dalla giurisprudenza nazionale ed europea, ha individuato una serie di condizioni minime per l’ammissibilità dell’affidamento del servizio ad una società mista: tra queste, innanzitutto, quella di prevedere una “gara unica per l’affidamento del servizio pubblico e per la scelta del socio” industriale od operativo, ”anche nei casi in cui il socio privato entri in una società pubblica già affidataria diretta delle concessioni secondo il modulo organizzativo in house”. Viceversa, l’Amministrazione ha deciso di procedere a gara solo per cedere il 60% di HCS. Come è possibile? E quindi, non si realizzerebbe per questa via una distorsione delle regole della concorrenza e una violazione dei principi comunitari di trasparenza, imparzialità e non discriminazione?
5. HCS è da statuto una società attratta alla disciplina del controllo analogo: come è possibile che essa sia partecipata al 60 % da un privato, quando la Corte di Giustizia Europea ha chiarito che ciò esclude la possibilità di mantenere un rapporto “interno” con l’Amministrazione aggiudicatrice?
6. HCS è una società incedibile a privati, partecipabile “esclusivamente da enti locali e, se la legge lo consente, da altri enti pubblici”. Così recita l’art. 1) comma 2 dello statuto. Come si può privatizzarla senza uno specifico intervento del Consiglio Comunale?
Tralasciamo altre questioni secondarie, ringraziando anticipatamente l’Assessore per il suo interessamento.

Partito della Rifondazione Comunista