“Bene la Civitavecchia–Livorno ma si pensi anche a tutto il resto”

superstradaCIVITAVECCHIA – Se non fosse una cosa seria sarebbe una comica. Di fronte a fatti gravi come quelli accaduti alla manifestazione di Roma di sabato dove è stata messa a ferro e fuoco la capitale, se non fosse per le esternazione del presidente del consiglio che dichiara in una conversazione telefonica che bisogna mandare in piazza milioni di persone e incendiare il palazzo di giustizia di Milano, oggi sono stati rinviati a giudizio tre pastori sardi del movimento ad essi collegati con l’unica colpa di essersi organizzati per andare a Roma a manifestare a favore di un settore, come la pastorizia, che per la Sardegna è nevralgico per la sua economia.
Riteniamo sicuramente giusto, e fondamentale, il rispetto della legalità così come riteniamo giusto l’operare della Procura di Civitavecchia che ha ravvisato, fino a prova del contrario, comportamenti sopra le righe dei manifestanti; ma non possiamo non essere vicini a questi lavoratori vessati da una crisi economica del settore che si protrae da anni e a cui le giunte regionali, ricordiamo autonome, della Sardegna non hanno dato risposta e alle autorità governative nazionali che avrebbero dovuto mettere in moto quei possibili sgravi di settore che, eventualmente, la normativa gli poteva consentire magari attingendo a fondi Europei e non.
Riteniamo altresì giusto che il governo tuteli i prodotti italiani creando, come nella nostra zona, dei distretti economici che valorizzino i prodotti locali ma, soprattutto, che si sviluppino settori legati alla commercializzazione di questi prodotti come una filiera agro alimentare che dalla Sardegna o dalla Sicilia trovi a Civitavecchia un porto naturale per il trasporto delle merci in altre zone italiane. Insomma un vero nodo di scambio, un punto nevralgico per l’intero centro Italia.
E’ tempo di sinergia e non di egoismo economico se si vuole battere la crisi economica; è tempo di sviluppare quelle infrastrutture che sono ormai ferme da anni e non solo l’autostrada Civitavecchia–Livorno, per cui nessuna impresa locale ha potuto prendere parte a gare di appalto, forse anche per il disinteresse delle amministrazioni comunali della zona, ma il completamento della superstrada Civitavecchia–Orte che collegherebbe il nostro porto con quello di Ancona da cui potrebbero giungere le merci lavorati nel tirreno. E ancora, la riattivazione della ferrovia Civitavecchia–Capranica–Orte, la messa in sicurezza delle Strade Provinciali come la Braccianese Claudia a cui non basterebbero certo i 300mila euro stanziati dalla Regione per piazzetta Santa Maria e che alcuni vorrebbero dirottare su un’opera su cui dovrebbe intervenire la Provincia.
Il tempo delle parole è finito è giunto il momento dei fatti. Ma di fatti ahinoi, a Civitavecchia, se ne vedono ben pochi.

Futuro e Libertà Civitavecchia