Sono tanti gli episodi d’intolleranza a carico d’italiani che si verificano al di là delle Alpi e che lo “Sportello dei Diritti” ha sempre prontamente segnalato per denunciare il razzismo diffuso che pare sia troppo spesso tollerato da alcune istituzioni elvetiche. Questa volta sono stati i giudici federali di Losanna a dar ragione al Canton Ticino, che voleva espellere un cittadino italiano reo di aver accumulato 18 procedure esecutive (per oltre 3 milioni di franchi) e 21 attestati di carenza beni (per altri 1,7 milioni). L’uomo dal 2010 aveva beneficiato dell’assistenza pubblica e dopo una lunga serie di peripezie giudiziarie, nel novembre 2014 ha tentato la sua ultima chance per restare in Svizzera, quella del Tribunale federale, presentando ricorso e ottenendo in via d’urgenza la sospensione del decreto d’espulsione. La sentenza definitiva, tuttavia, ha respinto il ricorso e ha posto tutte le spese giudiziarie (2’500 franchi) a carico dell’uomo, che dovrà quindi lasciare la Svizzera, paese in cui viveva dal lontano 1988. “Una storia che sta assumendo i contorni dell’ordinario in Svizzera – rileva Giovanni D’Agata presidente dello ‘Sportello dei Diritti’ – dove gli italiani che hanno sempre contribuito al miglioramento delle condizioni di vita di quel Paese con il proprio sudore della fronte, si ritrovano spesso umiliati e costretti a subire il volere delle autorità che si uniformano più che ai diritti umani, al sentire comune che in questo momento assume particolari contorni d’intolleranza”.
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