Elezioni comunali in Siberia: il favorito è un gatto

Il suo nome è Barsik ed è una vera celebrità locale a Barnaul, città della Siberia. In un sondaggio online, tra i nomi dei possibili candidati, questo gatto è davanti ai suoi concorrenti umani per la carica più importante della città. I ripetuti scandali di corruzione che hanno travolto questa città di 650.000 abitanti, hanno aiutato probabilmente Barsik, un gatto Scottish Fold di 18 mesi che ha ottenuto il 91% dei voti in un sondaggio lanciato da un sito di informazioni locali della regione di Altai. Circa 5400 persone hanno risposto al sondaggio pubblicato all’inizio di dicembre sul social network russo Vkontakte. “La gente sa di non credere, e sono giunti alla conclusione che non possiamo fidarci delle autorità”, ha dichiarato alla Agence France-Presse Evgeny Kuznetsov, un pensionato della città di Barnaul.

L’ex sindaco di Barnaul, Igor Savintsev si è dimesso in agosto, dopo essere stato accusato di abuso di potere. Sindaco dal 2010, avrebbe venduto un terreno comunale ad alcune aziende gestite da membri della sua famiglia ad un prezzo molto più basso rispetto a quello di mercato, causando un buco alle casse comunali della città di oltre 11 milioni di rubli (143.000 euro). Inoltre suo figlio Maxime, per altre ragioni, è stato arrestato ed è in attesa di un processo per frode e truffa dopo essere stato estradato dalla Thailandia nel mese di febbraio. L’elezione del sindaco si terrà il 22 dicembre, in occasione della prossima riunione del consiglio comunale. Il capo della amministrazione regionale Sergei Dugin, è l’altro favorito nei sondaggi tra i sei candidati ufficiali. “La gente pensa che quelli in carica non possono essere candidati. Il popolo dubita delle loro capacità e hanno ragione di pensarlo”, ha dichiarato uno degli organizzatori del sondaggio, che preferisce rimanere anonimo. Una campagna di marketing è stata lanciata per consentire a Barsik di avere i propri manifesti elettorali nel centro di Barnaul.

“Corruzione? Non siamo soli, tutto il mondo è paese – sottolinea Giovanni D’Agata, presidente dello ‘Sportello dei Diritti’ – E’ tutta questione di disonestà. Secondo il suo Global Corruption Barometer 2014, negli ultimi 12 mesi, uno su quattro ha pagato una tangente ad una delle nove principali istituzioni del proprio paese, come la sanità, l’istruzione o le autorità fiscali. Tuttavia, la poco onorevole palma di istituzione più corrotta va alle forze di polizia, tanto che a queste ben il 29% confessa di aver dovuto pagare una tangente. E in italia che succede? La percezione degli ultimi tre anni eèche la corruzione sia aumentata. In Italia lo pensano ben il 65% degli intervistati che nell’ambito di tutti i paesi europei sono proprio quelli più preoccupati della diffusione delle ‘bustarelle’. Del resto gli scandali non si contano, tra case ‘cedute’ a ministri ignari e bustarelle a go-go per assicurarsi appalti ed affidamenti incarichi”.