46 anni fa l’assassinio di Martin Luther King

MEMPHIS – Esattamente 46 anni fa in questa giornata veniva assassinato Martin Luther King, unanimemente riconosciuto apostolo instancabile della resistenza non violenta, eroe e paladino dei reietti e degli emarginati, “redentore dalla faccia nera”. Il suo nome viene accostato per la sua attività di pacifista a quello di Gandhi, il leader della non violenza della cui opera King è stato un appassionato studioso, ed a Richard Gregg, primo americano a teorizzare organicamente la lotta non violenta. Estremamente celebre è rimasto il discorso che Martin Luther King tenne il 28 agosto 1963 durante la marcia per il lavoro e la libertà davanti al Lincoln Memorial di Washington e nel quale pronunciò più volte la fatidica frase “I have a dream” (Io ho un sogno) che sottintendeva la (spasmodica) attesa che egli coltivava, assieme a molte altre persone, perché ogni uomo venisse riconosciuto uguale ad ogni altro, con gli stessi diritti e le stesse prerogative. M. L.King credeva nel sogno della fratellanza umana tra i popoli della Terra, nella cosiddetta “beloved community” (comunità d’amore) che era ai suoi occhi la “sintesi creativa” della tesi (capitalismo) e dell’antitesi (comunismo), motivata da una profonda fede in Gesù Cristo.

Commemorare ed onorare il grande combattente nonviolento significa anche proseguirne la lotta per Peppe Sini, responsabile del “Centro di ricerca per la pace e i diritti umani” di Viterbo.

“Proseguire la lotta di Martin Luther King – aggiunge Sini – contro il razzismo, la lotta per difendere la vita, la dignità e i diritti di tutti gli esseri umani, significa impegnarsi per l’immediata abolizione di tutte le scellerate misure razziste e assassine; significa impegnarsi per far cessare la criminale persecuzione dei migranti, abominevole persecuzione che continua a provocare una mole immensa di sofferenze e di morti; significa impegnarsi per abolire i campi di concentramento; significa impegnarsi per la smilitarizzazione dei conflitti, dei territori, delle economie, delle culture e delle società; significa impegnarsi per il disarmo; significa impegnarsi per la più ampia e consapevole partecipazione e la più nitida ed efficace riuscita della manifestazione nonviolenta nazionale “Arena di pace e disarmo” che si terrà il prossimo 25 aprile a Verona ereditando ed attualizzando il senso, i valori e i fini della Resistenza e della Costituzione, manifestazione  nonviolenta il cui appello si apre col motto: “La resistenza oggi si chiama nonviolenza. La liberazione oggi si chiama disarmo”: parole che convocano ad inverare il programma d’azione di Martin Luther King, di tutti i martiri della Resistenza, di tutti martiri della nonviolenza.”

La canzone Pride (In the Name of Love), tratta dall’album The Unforgettable Fire degli U2 è dedicata a Martin Luther King, potete visionarne il video qui sotto.