FIABE di Andersen

In un periodo in cui le favole avevano una valenza didattica, egli introdusse, con spirito spiccatamente anticonformista, l’ambiguità, dando voce a personaggi che spesso avevano un ruolo marginale, come i bambini e gli emarginati, che esprimessero il pensiero di Andersen sulle questioni morali.

Nella Sirenetta, una delle opere più note dello scrittore, Andersen esprime il desiderio di una vita normale, che lui non aveva mai avuto la possibilità di vivere: la più giovane di sei principesse/sirene desidera ardentemente visitare la terraferma, nonostante fosse vietato agli abitanti degli abissi. Ma la realizzazione del suo desiderio diviene, alla fine, causa di grande dolore:

Sapeva che quella era l’ultima sera in cui avrebbe visto colui per il quale aveva abbandonato il suo popolo, la sua casa, la sua voce straordinaria, ed aveva sofferto quotidianamente un tormento senza fine e lui non ne aveva idea. Questa era l’ultima notte nella quale avrebbe respirato la sua stessa aria, o ammirato il mare profondo o il cielo stellato. Una notte eterna senza sogni l’attendeva, perché lei non aveva un’anima e non poteva guadagnarne una