È Ivrea il nuovo Sito UNESCO riconosciuto all’Italia

Durante i lavori del 42° Comitato del Patrimonio Mondiale, che sono in corso di svolgimento a Manama in Bahrein già dal 24 giugno e dureranno sino al 4 luglio è arrivata una gran bella notizia per il nostro Paese in quanto Ivrea è il nuovo Patrimonio Mondiale dell’Umanità assegnato all’Italia che con questo ennesimo riconoscimento sale a 54 Siti UNESCO in suo possesso fra quelli culturali ed ambientali (non possediamo invece Siti misti che declinano entrambe le caratteristiche).

In proposito ecco quanto dichiarato a caldo dal Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Alberto Bonisoli: “Ivrea, la città ideale della rivoluzione industriale del Novecento, è il 54esimo sito Unesco italiano. Un riconoscimento che va a una concezione umanistica del lavoro propria di Adriano Olivetti, nata e sviluppata dal movimento Comunità e qui pienamente portata a compimento, in cui il benessere economico, sociale e culturale dei collaboratori è considerato parte integrante del processo produttivo”. In proposito si aggiunge anche una nota del MiBACT che dice: “Ivrea rappresenta un esempio distintivo della sperimentazione di idee sociali e architettoniche sui processi industriali, e un’esperienza innovativa di produzione industriale di livello mondiale che guarda in special modo al benessere delle comunità locali. Fondata nel 1908 da Camillo Olivetti, la città industriale di Ivrea è un progetto industriale e socio-culturale del XX secolo”.

La candidatura prima di giungere alla Commissione deliberante dell’UNESCO è stata sottoposta al processo di valutazione da parte degli Organismi consultivi dell’UNESCO che è durato un anno e mezzo essendo stata presentata ufficialmente nel gennaio 2017. Per quanto concerne Ivrea va detto che la maggior parte del suo sviluppo avvenne nel periodo degli anni ’30 e ’60 del Novecento sotto la direzione più che illuminata e lungimirante di Adriano Olivetti, periodo in cui l’azienda Olivetti produceva macchine da scrivere, calcolatrici meccaniche e computer. La forma della città e gli edifici urbani di Ivrea sono stati progettati da alcuni dei più noti architetti e urbanisti italiani di quel periodo. La città è composta da edifici per produzione, amministrazione, servizi sociali e usi residenziali, che riflettono le idee del Movimento Comunità. La città industriale di Ivrea rappresenta quindi un significativo esempio delle teorie dello sviluppo urbano e dell’architettura del XX secolo in risposta alle trasformazioni industriali e sociali, inclusa la transizione dalle industrie meccaniche a quelle digitali. La perimetrazione comprende il perimetro dell’area destinata al progetto industriale olivettiano, includendo gli edifici della produzione, gli uffici, i servizi (asilo nido, mensa, servizi sociali), le residenze.

È stata invece rinviata, in vista dell’approvazione nel 2019, la decisione di includere le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene nel Registro del Patrimonio mondiale dell’Umanità dell’Unesco. Alla fine della riunione del World Heritage Committee (Whc) a Manama (Bahrain), su 21 votanti 12 si sono pronunciati a favore 9 contro. Poiché la maggioranza richiesta per l’iscrizione immediata nel Registro Unesco era di 14 su 21, l’appuntamento è stato rinviato al 2019. Si tratta di un rinvio semplice, cioè l’anticamera dell’iscrizione al prestigioso Registro Unesco il World Heritage List. La suddetta candidatura è stata estremamente dibattuta tanto da durare più di due ore anche se poi alla fine il Comitato dell’UNESCO ha riconosciuto “le alte potenzialità del Sito candidato, che ha elementi di unicità che devono essere meglio precisatI. E invita l’Italia a presentare il prossimo anno il dossier con le correzioni richieste per l’iscrizione”.

Il risultato è stato ottenuto su proposta della Tunisia e nonostante l’opposizione di Spagna e Norvegia. Si è trattato di un “rinvio semplice” in quanto 12 Paesi si sono espressi a favore della candidatura paesaggistica delle colline venete ma hanno pesato per il rinvio due mancate astensioni per cui si è arrivati al “rinvio semplice Come a dire una quasi promozione che però pone una ipoteca certa all’ottenimento del Sito UNESCO nel 2019. In tal senso si è anche espresso il presidente della Regione Veneto (che si è molto spesa in proposito) Luca Zaia che ha subito dichiarato: “L’’esito del voto sul riconoscimento UNESCO della qualità paesaggistica e ambientale dell’area del Prosecco Docg è la dimostrazione palese che il dossier sulle Colline del Prosecco Conegliano – Valdobbiadene Patrimonio dell’Umanità è stato redatto correttamente. Faremo tutte le integrazioni che l’UNESCO richiede e ci rivedremo tra un anno a Baku, alla prossima sessione del World Heritage Centre”.

Altrettanto ottimista è la Coldiretti, per la quale “ci sono tutte le condizioni per ripresentare la candidatura per il riconoscimento, da parte dell’UNESCO, della qualità paesaggistica ed ambientale dell’area del Prosecco Docg”. Va ricordato che prima del riconoscimento di Ivrea l’Italia possedeva 53 Siti seguita anzi “inseguita” dalla Cina con 52, ora che il nostro Paese è a 54 sta da vedere, al termine di questa Sessione UNESCO, quante Realtà riuscirà a portare a casa il gigante asiatico che anche nella World Heritage List è in forte crescita esponenziale. Nella nostra Penisola c’è pure un altro Sito Patrimonio Mondiale dell’Umanità che è quello di San Marino ed il Monte Titano il quale però, essendo riconosciuto in ambito ONU (e l’UNESCO, come è noto, è una Agenzia dell’ONU) come uno stato estero, non rientra nel computo dei Siti italiani.

 

Arnaldo GioacchiniMembro del Comitato Tecnico Scientifico dell’Associazione Beni Italiani Patrimonio Mondiale UNESCO