Vertici Enel condannati per l’inquinamento del Polesine

centrale porto tolleE’ una sentenza pesante quella arrivata a carico dei vertici Enel. E soprattutto definitiva. Gli ex amministratori delegati del colosso energetico sono stati infatti condannati dalla Corte di Cassazione per i reati di emissioni moleste, danneggiamento all’ambiente, al patrimonio pubblico e privato e violazione della normativa in materia di inquinamento atmosferico provocati dalla centrale ad olio combustibile di Polesine Camerini. Tra i condannati l’allora Ad Paolo Scaroni (oggi Presidente dell’Eni, colui che che fece approvare la riconversione a carbone di Torrevaldaliga Nord) e Franco Tatò, nonché gli allora Direttori dell’impianto Zanatta e Busatto, E’ l’atto finale di una lunga battaglia portata avanti con determinazione dai Comitati locali della cittadina veneta e che viene salutato con grande entusiasmo dal Movimento No Coke di Civitavecchia, che così commentano la sentenza: “E’ una grandissima vittoria che premia il meticoloso lavoro compiuto dalla Procura di Rovigo a  seguito delle numerose denunce formulate da semplici cittadini che, consapevoli di non essere adeguatamente tutelati dagli Enti preposti a tale compito, si erano rivolti alla magistratura; un importante risultato che crea un precedente devastante per Enel che ora si troverà a rispondere, anche qui a Civitavecchia, dei danni che saranno provocati del carbone della centrale Tvn. Una sentenza resa possibile dalla dovizia di particolari contenuta nelle consulenze tecniche di cui si è avvalsa la Procura da parte di esperti come l’ingegner Paolo Rabitti, tra l’altro impegnato a provare altri disastri ambientali nei procedimenti penali di Porto Marghera o dello scandalo rifiuti di Napoli e della Campania, e che entra in stretta relazione con quanto sta accadendo a Rovigo dove il ministro Alfano ha, vergognosamente, inviato gli ispettori contro i pm Manuela Fasolato e Dario Curtarello che indagano sulla riconversione della stessa centrale Enel da olio combustibile a carbone”.
“Ci uniamo  al comitato Cittadini Liberi di Porto Tolle – proseguono i no coke locali – nell’esprimere riconoscenza e gratitudine ai legali avvocati Matteo Ceruti e Valerio Malaspina che hanno appoggiato sostenuto, in varie forme, l’azione di denuncia contro il funzionamento della centrale Enel di Polesine Camerini, sottolineando quanto le gravi inadempienze nella gestione della stessa fossero lesive della salute della popolazione residente nonché le gravi responsabilità dei vertici aziendali in tale contesto e che rende merito alla correttezza dell’impostazione accusatoria formulata dalla Procura della Repubblica di Rovigo e della posizione perseguita dalle parti civili rappresentate dai comitati, che sono stati gli unici soggetti a sostenere sino all’ultima fase processuale la tesi di un obbligo di controllo e di intervento sulla centrale di Porto Tolle, anche da parte dei massimi livelli societari. Per Civitavecchia , attualmente una delle città tra le più compromesse dalle ricadute inquinanti a causa di 50 anni di servitù energetica imposta dallo Stato e dalle Amministrazioni ammaestrate dai fondi elargiti quali compensazioni, quello di Porto Tolle è l’esempio da imitare e che, nella convinzione che si sia compiuto un atto di giustizia sociale, sentiamo il dovere di chiedere anche per il nostro territorio”.
Movimento Nocoke Alto Lazio ed comitato dei Cittadini Liberi di Tarquinia sono dunque pronti e annunciano l’inizio di percorso legale utile a denunciare il massiccio inquinamento che ha reso tristemente noto il comprensorio per le statistiche di alta mortalità di patologie tumorali.