TARQUINIA – Dopo l’iniziativa “Salviamo il fiume Marta”, il Sindacato Italiano Balneari di Tarquinia lancia la nuova campagna informativa “E io pago!” sul problema dei rifiuti e della gestione del servizio d’igiene urbana del comune di Tarquinia. Una iniziativa che fa seguito alla conferenza stampa svoltasi con successo sull’argomento nei giorni scorsi. Obiettivo della campagna è spiegare ai cittadini in che modo viene ripartita la tariffa d’igiene ambientale, che tante polemiche ha prodotto dalla sua adozione che risale al 2006.
“A partire da ieri – spiega per il Sib Marzia Marzoli – i tecnici e gli avvocati saranno disponibili per tutte le domande e per tutti coloro che dovranno presentare i ricorsi contro le fatture della Tia 2010. Le slides ed i dati riassunti, presentate al pubblico ed alla stampa saranno proposte nella prossime iniziative e raccolte in una piccola brochure che sarà offerta a tutti gli intervenuti. Dalla massiccia raccolta di documenti riassunti nella conferenza stampa, emerge un grande interesse per la gestione di un servizio, quello dei rifiuti, che tanto costa al comune di Tarquinia e che tanto si potrebbe fare per contenerne i costi, ma che non si realizza a Tarquinia. I dati più sconcertanti rimangono quelli sulla raccolta differenziata o meglio su quello che non funziona sulla raccolta differenziata, che invece di ridurre i costi, a Tarquinia li aumenta. Tutti gli utenti devono partecipare in quota parte alla spesa per la gestione del servizio d’igiene urbana, ma ci chiediamo noi, viene svolto al meglio? Viene ripartita secondo criteri esatti?
La riduzione della produzione dei rifiuti è un dovere di tutti e per arrivare ad un minor conferimento in discarica e alla più alta percentuale di raccolta differenziata, attuando una raccolta capillare, Pap con la selezione di tutti i materiali, in primis del compostaggio domestico che da solo incide al 30 % di tutto il peso totale dei rifiuti di ogni famiglia”.
In tutta Italia, sottolinea la Marzoli, fioriscono esempi splendidi di Comuni virtuosi che inaugurano il loro 80% di raccolta differenziata, e che sono pronti a migliorare ulteriormente le loro percentuali di raccolta selezionata, come il comune di Capannori che entro il 2020 punta al 100% di differenziata adottando la strategia del “rifiuto zero”.
“Non serve inventarsi nulla – conclude – basterebbe copiare gli esempi migliori, gli esempi di un’Italia che sceglie il meglio per i propri cittadini, per evitare l’apertura di altre discariche e di impianti nocivi come gli inceneritori. Visto che la Tia è diventata per molte aziende insostenibile, è ancora più importante capire perché aumenta ogni anno e cosa è possibile fare per contenerne i costi e magari invertire il trend verso una diminuzione della tariffa”.