“Basta con l’oligarchia del cemento”

alibrandi2SANTA MARINELLA – Il “regalo di Ferragosto”: così è stato ironicamente rinominato il Piano Integrato Benigni dagli abitanti del rione Alibrandi indignati per l’accaduto. A tre giorni da Ferragosto, forse pensando di passare inosservata, l’Amministrazione Bacheca ha infatti approvato il progetto per la realizzazione di diciannove palazzine con circa duecento appartamenti in una zona fino a quel momento era inedificabile e sottoposta al vincolo Pai per il rischio idrogeologico. “La paura nostra è che adesso possono far passare tutti e quattordici i piani integrati e distruggere la città”, commenta un cittadino preoccupato per il futuro della Perla. “Bisogna cambiare il Piano Regolatore – dice un altro signore interpellato – così non si va da nessuna parte, si creano solo disagi e basta”. Gli abitanti del rione Alibrandi hanno fatto sentire la loro voce già a partire da quella lunga notte di Consiglio Comunale, ma noi siamo andati nel loro quartiere per sentire meglio cosa ne pensano. “Da quando ero bambino io – ci dice un signore sui cinquanta anni – non hanno mai fatto niente, non è cambiato niente, non hanno costruito niente, e adesso la prima cosa che fanno è questa, è meglio se continuano a non fare niente”. “Qui c’è stata l’alluvione, io c’ero – ricorda un anziano pensionato – bastano due alberi messi storti che si tappa tutto, se piove forte finisce che scoppia come è successo l’altra volta, e si porta via tutto”. E in effetti questo rischio è concreto, visto che non sono state fatte le dovute valutazioni ambientali strategiche e soprattutto non saranno costruite nuove fognature. Tutte le acque confluiranno nelle già sovraccaricate reti fognarie che sfociano nel fosso che ha causato l’alluvione del 1981. “Qui i tombini – spiega un attivista politico della zona – sono bloccati con i fli di ferro perché quando piove e aumenta il livello delle acque, i tombini si alzano, figuriamoci se dovranno sopportare la pressione delle acque di scolo di altri duecento appartamenti”. Quello che stupisce maggiormente la popolazione è la fretta con cui si è approvato il Piano Benigni e quello che ha lasciato tutti ancora più allibiti è stata la presenza dei costruttori interessati in prima fila, quasi a voler controllare le votazioni e i votanti. “Per fortuna i cittadini cominciano a capire che abitano qui anche loro. La gente si è stufata dei colpi di mano, dei pacchetti di voti che passano di mano in mano, perchè le mani sono sempre le stesse – continua l’attivista politico – I partiti ormai hanno perso piede, è la cittadinanza che deve salvare la situazione”. A molti di Alibrandi è sembrato che anche parecchi esponenti della maggioranza non fossero completamente propensi ad approvare tale Piano Integrato, essendo consapevoli dei rischi a cui si andava incontro, “ma allora perché lo hanno approvato?”, si chiedono in molti. Se dovessero passare tutti e quattrodici i piani integrati, i prossimi quindici anni vedrebbero S. Marinella ancora nelle mani dei pochi potenti del cemento. I piani di recupero non si faranno mai e i piccoli proprietari rimarranno bloccati. “Speriamo che si trovino dei resti archeologici come è successo per l’autoparco anni fa – prosegue il nostro interlocutore – ci hanno salvato gli etruschi qua, quella volta hanno trovato un acquedotto che portava l’acqua a Castrum Novum e non hanno più costruito”. Secondo gli abitanti della zona la costruzione di nuovi appartamenti è totalmente fuori luogo; andrebbero invece realizzate quelle opere di urbanizzazione per permettere una vivibilità base che qui è impedita in primis dal passaggio pedonale del sottovia Foscolo letteralmente “nella fogna”, opera che aveva la priorità assoluta e ormai sparita, in secondo luogo dalla viabilità ostacolata dall’aumento di traffico che degenererà sicuramente se costruiranno le diciannove palazzine in progetto. Un ponte adeguato è urgente per evitare il collasso del traffico, ingorghi e incidenti pericolosi. “Si rischia una nuova Valdambrini”, commenta una signora in strada. Il quartiere si sta organizzando per contrastare l’approvazione in Regione del Piano Benigni, “perché proprio non ci va giù”, sottolineano. “Già quando ero piccolo io – aggiunge un signore – si parlava della express way che avrebbe risolto tre quarti dei problemi di viabilità di Santa Marinella, dove è finito quel progetto? Perché non si è mai fatta?”. Tra domande senza risposte, perplessità varie, preoccupazione e tanta rabbia, Alibrandi si prepara alla battaglia e stavolta si ha il presentimento che non combatterà da sola. I santamarinellesi vogliono ormai riprendersi la città.

Francesca Ivol