S. Marinella. Ex orto botanico: “Apertura giusta, ma non così!”

orto botanicoSANTA MARINELLA – “Apertura giusta ma non così!”. Questa l’opinione quasi univoca delle persone intervistate dalla nostra redazione sabato 21 maggio all’ora di punta pomeridiana, le 18:00, nel parco comunale G. Marconi (ex orto botanico) al centro della bufera politico-legale e mediatica delle ultime settimane. Sebbene il parco si fregi dell’aggettivo “comunale” di santa marinellese vi è ben poco, a parte il suolo pubblico su cui sono “appoggiate” le giostre per lo più gonfiabili e, stando all’ultima denuncia della minoranza consiliare ai Carabinieri, anche prive di autorizzazione e omologazione. Tutto ciò che è all’interno del parco, ripetiamo comunale, è a pagamento. Solo dopo le recenti polemiche la ProLoco di Santa Severa, che ha dato in subappalto il parco alla Srl Bondevil di Cerveteri, ha previsto l’intrattenimento sui gonfiabili gratis solo nelle tre ore di apertura del sabato mattina. Complessivamente il giardino, per la verità grazioso e con una stupenda esposizione vista mare, presenta al suo interno solo tre gonfiabili, un trenino, una mini pista di go kart sull’erba e poco altro. Nonostante la giornata di sabato e l’orario in cui ci siamo recati nell’area presumessero il gran pienone, vi erano in tutto solo una trentina di persone, addetti ai lavori compresi, forse perché, fatti due calcoli, per un pomeriggio di svago e relax si dovrebbero pagare 3 euro per 3 gettoni della pista dei quod, 2 euro per il trenino e 1 per gli accompagnatori, 2 euro per 15 minuti sui gonfiabili, 4 per mezzora e 7 per un’ora, ma al tutto, tranne il quod, si può accedere anche con il braccialetto giornaliero della modica cifra di 12 euro. “Ma siamo pazzi – commenta una ragazza incontrata sulle panchine – per entrare due giorni a Mirabilandia si pagano 30 euro!”. “Non è giusta l’apertura – secondo una giovane mamma – Il parco è quello con le altalene, con gli scivoli, che anche se i bambini non hanno i soldi si divertono uguale”. E ancora, secondo un signore anziano, “il parco comunale dovrebbe essere come il parco kennedy, dove si può giocare anche senza pagare, dove ti puoi fare una passeggiata, leggere il giornale sulle panchine, guardare il laghetto”. “Voglio vedere se quest’inverno i gonfiabili ci saranno sempre – interviene una signora in guerra con il figlio al suo quinto giro sui gonfiabili da 15 minuti e al suo decimo euro speso – senza gonfiabili non c’è niente”. “Il comune si vede che doveva far mangiare qualcuno, questo non è un parco pensato per i bambini” risponde una signora con nipoti al seguito. “Certo, meglio di niente va bene anche questo, se proprio non si poteva fare di meglio – chiosa un ottimista giovane papà – ci accontentiamo!”. Si respira poco l’atmosfera di un parco in cui si va per rilassarsi e far giocare i bambini, per leggere un libro, il giornale, o semplicemente per respirare aira pulita, per lo più si sentono bambini piangere perché vogliono fare altri giri sulle giostre e mamme che urlano di avere finito i soldi. Forse è all’antica pensare che un parco sia ancora un luogo in cui trascorrere piacevolmente dei momenti lontani dal tram tram quotidiano, ma non sembra avere molto senso l’apertura di un giardino comunale in cui si raddoppiano gli isterismi casalinghi, scolastici e lavorativi. Aprire un’area verde ben tenuta e sottratta al degrado va benissimo, ma probabilmente non a queste condizioni. Sociologia a parte, il parco “G. Marconi” ha anche i suoi numerosi problemi legali con cui fare i conti. Non resta che aspettare gli sviluppi della vicenda e nel frattempo risparmiare quei quindici, venti euro a settimana per far giocare i nostri bambini mezza giornata al parco comunale!

Francesca Ivol