Quartaccia, la storia infinita

s. marinellaS. MARINELLA – In principio erano i terreni del Principe Odescalchi, poco più che boscaglia, poi arrivarono i marchigiani, all’inizio del secolo scorso, e cominciarono a lavorarli. In un decennio passarono da terreno vergine a terreno agricolo. Durante la guerra a controllare il raccolto rimasero in pochi, ma il territorio si ripopolò dopo il passaggio degli americani e i loro storici lanci di caramelle dalle locomotive a vapore che passavano sull’unico binario che attraversava l’intero quartiere. Colorate come quelle caramelle, si estesero tantissime coltivazioni di fiori che trasformarono il paesaggio e plasmarono l’animo e i ricordi di tutti i suoi abitanti. A partire dagli anni ’60 in poi, a causa della concorrenza olandese e napoletana, che svendeva i fiori ai grossisti del mercato Trionfale di Roma, l’economia della floricultura entrò in crisi e, poiché erano imprese a conduzione familiare, complice la crisi della famiglia e la mancanza delle braccia dei figli tolte all’agricoltura e messe sui banchi di scuola, il duro lavoro dei campi non conveniva più a nessuno. Negli anni ’70 ci fu un cruciale cambiamento di mentalità nella popolazione: prima costruivano un’abitazione confortevole su un piccolo spicchio di terreno e tutto il resto veniva coltivato perché dava loro da vivere; nel momento in cui la produzione agricola diventò più una spesa che una risorsa, si pensò bene di costruire di più e coltivare di meno, ma scoprirono che non sarebbe stato così facile rendere il terreno, da zona bianca prima e di espansione poi, edificabile. È in questo momento che i cittadini del quartiere fanno risalire l’inizio della loro guerra. Sono 40 anni che combattono, si riuniscono, convocano, urlano, si arrabbiano, provocano, chiedono e sperano che i loro terreni vengano sbloccati e dichiarati idonei alla costruzione. “La Quartaccia è un rione fermo agli anni ’70, perché la popolazione ha paura di mettere insieme due pietre che poi gliele buttano giù”, ci spiega una signora molto attiva su questo fronte. Con l’inizio dei pagamenti dell’Ici è cominciato ad emergere il caos sepolto, poiché la gente ha iniziato a chiedere come mai dovessero pagare per un terreno già proprio su cui, tra l’altro, non avevano la possibilità di costruire la casa per il quale avrebbero dovuto pagare proprio quell’Ici. Questo fu, secondo il quartiere, la pietra dello scandalo. Alla domanda: “Ma perché secondo voi è tutto bloccato da 40 anni e di chi è la colpa?” ci sentiamo rispondere all’unisono: “della politica!”. “Fanno costruire nei fossi, nello Sciatalone, quando S. Marinella è a rischio alluvione – riferisce un altro residente – e qua che è terreno pianeggiante, panoramico, ecc, non fanno costruire per colpa di vincoli politici che non sciolgono”. Ma perché non sbloccano? Secondo le persone sentite dalla nostra Redazione perché “ci sono tante palazzine costruite e invendute e finchè non si vendono quelle non conviene farne costruire altre. Lo stesso Ciocchetti ha affermato che la politica non dovrebbe avere voce in capitolo e che il progetto Quartaccia dovrebbe procedere indipendentemente dal partito del momento al potere”.
Mercoledì scorso, 17 novembre, all’Hotel Najadi proprio l’assessore regionale all’urbanistica Ciocchetti ha firmato la delibera che dà il via al Piano Quadro della Quartaccia, sbloccando, così pare, una situazione stagnante da diversi anni e, a detta del consigliere comunale Massimiliano Fronti, “mantenendo la sua parola quando, in campagna elettorale, promise di approvare il Piano della Quartaccia, ciò a dimostrare che l’Udc ha compiuto una grande operazione per i cittadini di Santa Marinella che attendevano da anni questo atto”. Per quanto riguarda il Piano Casa invece, i cittadini sono stati informati che ci vorrà del tempo perché il piano è in fase di studio, mentre il Piano paesistico Regionale è all’inizio di un esame che verificherà attraverso i decreti ministeriali se ci sono le possibilità per inserire alcune zone di Santa Marinella, sottoposte al vincolo paesistico, nel centro abitato. L’onorevole Ciocchetti ha affermato, inoltre, che “dare case a chi ne ha bisogno risulterà un volano anche per la nostra economia dove l’edilizia rappresenta il 35%”, ma per  i cittadini della Quartaccia è un film già visto e molti hanno il timore più che giustificato, che, all’atto concreto, si risolva tutto in un niente di fatto perché “chi poteva costruire costruisce, e chi non poteva continua a non farlo”.  Il 28 dicembre si riunirà il Consiglio Comunale e si vedrà se ci sarà l’effettiva approvazione del Piano Quadro della Quartaccia firmato lo scorso mercoledì, permettendo la lottizzazione del quartiere e la progettazione delle future costruzioni; ma i cittadini sono stanchi e, sempre più sul piede di guerra, si stanno organizzando per far valere i propri diritti servendosi di un legale. Che cosa vorrebbero le famiglie della Quartaccia?. “Vorremo sapere – chiosa un altri residente storico – cosa ci guadagnano a tenerci così”. Cosa guadagna e chi non lo possono sapere, ma di sicuro loro sanno cosa perdono.

Francesca Ivol