Nuove assunzioni, soliti nomi?

autorità portualeCIVITAVECCHIA – Pioggia di imminenti assunzioni all’Autorità portuale. Sarebbero 28 quelle che l’ente di Prato del Turco si avvia a fare nei prossimi mesi dopo la recente approvazione della pianta organica che ha incrementato da 85 a 138 il “fabbisogno” di dipendenti, con un aumento di ben 53 unità; anche se successivamente il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, demandato per legge ad autorizzare dette assunzioni, pare che ne abbia approvate per l’appunto “solo” 28, come riferisce l’Associazione regionale per la lotta contro le illegalità e le mafie “Antonino Caponnetto”, che commenta così la vicenda.
“Posti d’oro, a tempo indeterminato, che possono dare una speranza di futuro ad altrettanti giovani del territorio ad oggi stretti nella morsa di una disoccupazione giovanile che, secondo recenti dati forniti dai sindacati, si aggira intorno al 30%. Già però in città circolano varie voci, che siamo sicuri saranno infondate, circa i nomi degli assunti che, peraltro, spesso coincidono con familiari di notabili locali o che, comunque, sarebbero riconducibili a gruppi di pressione”.
L’associazione Caponnetto si dice certa “che dette voci non rispondano a realtà e siano figlie di quel ‘venticello della maldicenza’ che tutti accomuna, soprattutto in una città, quale Civitavecchia, dove purtroppo i diritti, dal lavoro alla casa, sembrano essersi trasformati in favori”.
“Siamo altresì certi – proseguono i suoi rappresentanti locali – che il Presidente dell’Autorità Portuale saprà smentire tali dicerie con i fatti nel rispetto della normativa vigente che, è appena il caso di ricordarlo, stabilisce che le Autorità Portuali, come ben chiarito dall’articolo 1, comma 993 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, e sancito da diverse sentenze, sono ‘enti pubblici non economici’ e in quanto tali espressamente assoggettati alla regolamentazione del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 che prevede che per la selezione del personale detti enti debbano ricorrere a procedure concorsuali ad evidenza pubblica”.
“Avemmo già in passato occasione per dire che la legalità non si enuncia, si pratica – concludono dalla Caponnetto – E la legalità, soprattutto a livello istituzionale, passa, innanzitutto, dal rispetto delle leggi”.