S. Marinella. “Non sottovalutare il rischio idrogeologico”

fosso di castelseccoSANTA MARINELLA – “Non sottovalutare il rischio idreogologico a S. Marinella”. E’ il monito che arriva dal Comitato “2 Ottobre” dopo il nubifragio che domenica si è abbattuto sul nostro litorale, provocando non pochi problemi. E in tal senso il Comitato non ha apprezzato l’invito a “dormire sonni tranquilli” giunto nei giorni scorsi dal governatore della locale Misericordia di S. Marinella.
“Molti eventi calamitosi sono sì imprevedibili, ma assolutamente non improbabili – affermano a 2 Ottobre – Lo stato di cura del territorio e la fragilità delle nostre strutture urbane sono note ai più. Un Piano Comunale d’Emergenza (PEC) non è un faldone ufficiale da chiudere in polverosi armadi: è il manuale che tutti (funzionari, operai comunali, vigili urbani, volontari e cittadini) dovrebbero padroneggiare, redatto in schede operative e informative sempre aggiornate, disponibili a tutti e assolutamente pratiche da usare. Nessuno mette in discussione la disponibilità e ‘il cuore’ dei volontari, ma tutto questo potrebbe non essere sufficiente se mancano la formazione (continua), le esercitazioni (vere) e un serio coordinamento (professionale). Così se l’attivazione dei soccorsi non è pianificata prima che l’emergenza si verifichi, se il numero effettivo dei volontari non è sufficiente a coprire le esigenze del territorio, se i mezzi disponibili sono sovrastimati, se la popolazione non è informata sulle criticità, l’insuccesso è garantito. I cittadini, in questo senso, non devono dormire sonni tranquilli bensì divenire parte consapevole del rischio, per imparare non solo a gestire le avversità senza panico ma anche per verificare in prima persona a compatibilità idrogeologica della pianificazione urbana, i piani comunali di sicurezza e i mezzi a disposizione del volontariato”.
Secondo i Comitato “2 Ottobre” una comunità partecipe e consapevole è l’obiettivo principale da porsi, “assumendo la responsabilità di un ruolo attivo a fronte di amministrazioni talvolta poco sensibili su questi temi, non solo dal punto di vista dell’informazione e dell’adozione dei PEC, ma anche per scelte urbanistiche discutibili e soprattutto incapaci di imparare dagli eventi del passato per rispondere alle sfide del futuro”.