Nel Paese che tutto perdona, l’omosessualità non si può ancora perdonare

gayL’Italia è l’unico Paese tra quelli fondatori dell’Unione Europea, insieme alla Grecia, a non avere alcuna legislazione specifica contro l’omofobia e la transfobia ed a favore delle coppie formate da persone dello stesso sesso. E, probabilmente, nulla cambierà anche se il disegno di legge Concia dovesse passare alla Camera.
Il 23 maggio, i Deputati saranno chiamati ad esprimersi, infatti, su un testo che, nell’iter durato oltre mille giorni, è stato talmente modificato, snaturato e indebolito da non potersi più ritenere tanto “rivoluzionario” quanto si credeva fino a qualche giorno fa.
La deputata del Pd Paola Concia, autrice del disegno di legge, era riuscita ad ottenere, grazie all’appoggio di Dario Franceschini, la calendarizzazione della legge all’interno dei lavori parlamentari. Legge che poteva contare sui voti del Pd, di Idv ed Fli, ma anche di Mara Carfagna e Angelino Alfano all’interno del Pdl, con la contrarietà, come era facilmente da aspettarsi, di Pdl, Lega Nord e Udc.
Il 18 maggio, però, la Commissione di giustizia della Camera ha bocciato in Aula il testo di cui si è fatta relatrice la stessa Paola Concia: ventisei voti contro diciassette hanno respinto la proposta del Pd contro i reati a scopo discriminatorio, che avrebbero previsto un’aggravante della pena per i reati di omofobia, così come esiste già, ad esempio, per l’aggravante di razzismo.
Tutto quanto è successo dopo è indice della divisione del Paese sul tema dell’omosessualità in Italia: il ministro delle pari opportunità, Mara Carfagna, ha criticato il voto del suo stesso partito ed ha promesso che il 23 maggio in Aula voterà a favore del provvedimento, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha dovuto specificare (nonostante siamo nel 2011) come in società democraticamente adulte sia inammissibile l’irrisione pubblica degli omosessuali; si sono scatenate le solite polemiche degli omofobi con il loro codazzo di adepti e link su Facebook e pagine web in cui si inneggia la famiglia tradizionale (come se i gay volessero distruggerla) e, dulcis in fundo, la promotrice del progetto Concia si è dimessa da relatrice del provvedimento, cosa che comporta l’assegnazione in automatico del provvedimento al capogruppo di maggioranza (Enrico Costa del Pdl).
In sintesi, un naufragio del progetto di legge che avrebbe reso l’Italia non un Paese avanzato, ma di certo un Paese meno medievale in tema di diritti umani e di pari opportunità per tutti. Così ci si allontana dall’Europa ed il nostro Paese mostra, ancora una volta, come spesso non si puniscano mafiosi e corrotti, come spesso si condoni qualunque reato, ma come non si riesca a “perdonare” la diversità. Eppure, il Premier si ritenne giustamente tanto offeso quando fu aggredito con un treppiedi che gli arrivò sui denti: non vale la stessa cosa per i tantissimi ragazzi, gay o transessuali che sistematicamente vengono brutalizzati per le strade? Quante sono le aggressioni omofobe? A Roma, a Milano, a Napoli. Le aggressioni, poi, sono gli atti estremi di cui si parla sui giornali, ma le battute irrisorie (anche da parte di persone che hanno una carica istituzionale, come ad esempio quella di Presidente del Consiglio), il radicamento di certe concezioni che non ci si deve vergognare di definire sbagliate, ed il razzismo vero e proprio sono la normale quotidianità. Ed è questo che deve finire.
Ci sono leggi che vanno a sancire mutamenti ed evoluzioni già sanciti dalla società civile (come fu, ad esempio, quella sul divorzio, dato che le coppie separate in Italia esistevano ed erano accettate dalla comunità già da decenni) e poi ci sono leggi che, al contrario, servono a superare il radicamento di certe convinzioni: in breve, se una legge te lo vieta e, soprattutto, se te lo vieta in maniera severa, ci pensi di più prima di compiere un reato. Reati che, ovviamente, continuerebbero ad esser perpetrati, ma che, quantomeno, troverebbero una giusta punizione, aggravata appunto dall’omofobia, come se fosse aggravata dal razzismo. E qual è, in fondo, la differenza tra razzismo ed omofobia? Sono due forme di discriminazione che partono dallo stesso presupposto: la paura. Paura del diverso, ma nel caso dell’odio contro gay, lesbiche e trans c’è forse di più. C’è la paura che essi possano offendere la nostra moralità (i politici che fanno festini con cocaina e prostitute minorenni non la offendono di più?) e che essi possano distruggere la famiglia tradizionale (che, invece, è in crisi solo e soltanto perché la maggior parte delle giovani coppie non ha soldi e lavori stabili per poter pensare di mettere al mondo più di un figlio). Una legge contro l’omofobia e in favore dei diritti delle coppie formate da persone dello stesso sesso potrebbe essere una legge in un certo senso programmatica, un contributo, si potrebbe dire, all’evoluzione di questa mentalità ancorata a retaggi ormai superati in tutto il mondo civile.
Tuttavia, non si deve ancora gridare alla fine di questo progetto di legge: la Commissione della Camera l’ha bocciato in sede referente, non in sede deliberante. Ciò significa che il disegno di legge passerà comunque al voto di tutta l’Aula. Non bisogna, ovviamente, esser troppo ottimisti, perché la Commissione rispecchia le proporzioni dei partiti alla Camera, ma si può sempre sperare in una logica di idee, piuttosto che in una mera logica di partito, almeno per ciò che riguarda i grandi temi sociali del nostro tempo.

Ilaria Melis