CIVITAVECCHIA – La polarizzazione delle forze politiche cittadine intorno ai due massimi partiti in vista delle prossime elezioni amministrative sembrava cosa fatta, sebbene il centrodestra si avviasse all’appuntamento già in versione ridotta, non potendo contare più su Idv, repubblicani e riformisti.
Ma non basta, perchè in seno alle larghe intese l’Udc ha manifestato l’intenzione di non replicare l’esperienza, anche se la decisione provocava evidenti lacerazioni interne. Dal canto suo il Polo Civico, che aveva già sistematicamente denunciato la propria insoddisfazione per come veniva gestita la coalizione e per come si voleva impostare una sua eventuale riedizione, prendeva ufficialmente le distanze dalla maggioranza cittadina. Che restava priva, quindi, anche di queste due importanti formazioni politiche.
Ora, poi, gli ulteriori cambiamenti intervenuti nelle ultime ore hanno completamente scompaginato l’alleanza di governo. Perchè all’atto di operare la ricostituzione della Giunta, incautamente azzerata dal sindaco a poco più di due mesi dalle elezioni a dispetto del mandato ricevuto dagli elettori, emergevano profonde insoddisfazioni che causavano altre prese di distanza. E infatti, la Rete dei Cittadini, che solo pochi giorni prima aveva stretto solenne alleanza con il primo cittadino, rifiutava l’assunzione di un assessorato; altrettanto facevano i Riformisti, e quel che è più significativo la stessa Città Nuove, che fa capo alla governatrice Polverini. Questi no costituiscono una presa di distanza che non fa presagire nulla di buono. La nuova versione della Giunta, quella dell’ultim’ora, lascia evidentemente irrisolti i problemi venuti alla luce.
Per cui, quanto è ora accaduto sancisce, in pratica, la fine delle Larghe Intese, che sono sostituite da un’alleanza di destra, tra il Pdl, sempre che non intervengano ripensamenti, e la Lista Moscherini.
Ma la serie di avvenimenti che qui registriamo non sono altro che la logica conseguenza del profondo disagio che permeava trasversalmente la coalizione per le insufficienze che emergevano di volta in volta su tante e diverse questioni. Insufficienze che noi avevamo puntualmente denunciato e che altri, a cominciare da Moscherini, avevano sempre negato esistessero, operando anzi la difesa d’ufficio dell’esistente. Ma è evidente, a questo punto, che il malcontento covava sotto la cenere, e non aspettava che l’occasione opportuna per venire allo scoperto.
Noi, che non abbiamo né padrini né padroni, abbiamo avuto ragione anche in questo frangente.
Questi stessi fatti devono tuttavia, per il loro chiaro significato, servire di monito a tutti, e spronarci a migliorare la struttura interna delle forze politiche e delle coalizioni, che per essere pari al fine che si propongono sono chiamate ad accentuare la loro funzione formativa nei confronti dei propri componenti, volta a fornire loro una preparazione e a favorirne il progressivo trasferimento dal piano iniziale dell’adesione a quello della qualificazione intellettuale, politica, organizzativa, direzionale. Addestrandoli al rispetto delle regole, delle opinioni altrui, all’esercizio della libertà quale vero fattore di progresso. Trasformando in dialettica interna la lotta per la supremazia fra i dirigenti di partito ed eletti alle cariche rappresentative ed esecutive, evitando accuratamente il formarsi di oligarchie risolventi in sé stessi i partiti.
Un discorso, questo, che si riferisce alla generalità dei partiti, ma che riguarda soprattutto le formazioni più grandi.
Il Consiglio Direttivo del Polo civico