Lago di Vico: un ecosistema insalubre per il territorio

VICO – Il Coordinamento dell’Alto Lazio dell’Associazione italiana medici per l’ambiente – Isde ha presentato una segnalazione in relazione alle problematiche ambientali e al rischio sanitario connesso al persistere del processo di eutrofizzazione del lago di Vico. Il lago di Vico, per le particolari e pregiate caratteristiche del suo ecosistema è stato classificato come Sito d’importanza comunitaria; proprio per proteggere questo delicato ecosistema, nel 1982, è stata istituita la Riserva naturale regionale del lago di Vico che tra gli svariati compiti avrebbe dovuto anche “preservare l’equilibrio biologico del lago e l’effettiva potabilità delle sue acque”. Gli acquedotti dei Comuni di Caprarola e Ronciglione sono riforniti in misura preponderante da acque captate proprio da questo lago, e da anni si susseguono ordinanze di non potabilità che attestano il potenziale rischio per la salute dei cittadini che possono essere esposti, e ormai da lungo periodo, alle sostanze tossiche e cancerogene presenti in esse ovvero: attraverso il loro uso per bevande, preparazioni alimentari, per fini igienico-sanitari e con il consumo di fauna ittica proveniente dal lago. Persistono forti motivi di preoccupazione per il rischio sanitario delle popolazioni, in quanto il lago continua a presentare un gravissimo processo di eutrofizzazione caratterizzato da una marcata riduzione del quantitativo di ossigeno nelle sue acque e da frequenti ed importanti fioriture del cianobatterio Plankthotrix rubescens. Il cianobatterio, detto comunemente alga rossa, è capace di produrre una microcistina cancerogena, non termolabile e tossica per gli esseri umani, per la flora e la fauna del lago. Nelle acque del lago sono inoltre persistenti ed elevati valori di arsenico, altro elemento tossico e cancerogeno secondo la classificazione Iarc (Agenzia internazionale di ricerca sul cancro). Per poter avviare una bonifica e un vero risanamento dell’ecosistema del lago di Vico è necessario contrastare le molteplici cause che verosimilmente ne sono all’origine e che qui ricordiamo, in particolare:

– le intense fioriture del cianobatterio Plankthotrix rubescens, favorite verosimilmente dall’uso ultra decennale di fertilizzanti e fitofarmaci nelle vaste aree coltivate a noccioleti in prossimità dello stesso;
– gli scarichi fognari abusivi o non a norma;
– la possibile azione di inquinamento dovuta agli agenti contaminanti individuati nel sottosuolo del dismesso Magazzino Materiali di Difesa Nbc di Ronciglione, ubicato anch’esso in prossimità delle sponde del lago e in attesa da anni di bonifica;
– le possibili attività illecite condotte all’interno e in prossimità della Riserva naturale.

Nel 2010 sono stati presentati dati allarmanti che hanno evidenziato anche la presenza di altre sostanze tossiche e cancerogene, di norma estranee alle acque del lago ( mercurio, idrocarburi policiclici aromatici – IPA), e nei suoi sedimenti alte concentrazioni di Arsenico, Cadmio e Nichel , sulla cui presenza e provenienza l’Isde di Viterbo ha più volte chiesto l’avvio di specifiche indagini.

Di seguito le indicazioni dell’Associazione per risolvere il problema:

– abbandono immediato della captazione di acqua dal lago di Vico e contestuale reperimento di fonti alternative di approvvigionamento idrico per i cittadini, le scuole, gli esercizi pubblici e le industrie alimentari di Caprarola e Ronciglione;
– ricerca immediata di fonti idriche definitive ed alternative a quelle lacustri (costruzione di nuovi pozzi e potenziamento della captazione da quelli già esistenti da dotare di dearsenificatori);
– immediata installazione di impianti pilota per lo studio di una potabilizzazione extralacustre veramente efficace delle acque in relazione alle loro criticità e ricerca di nuove falde di captazione;
– costante monitoraggio di tutte le sostanze tossiche e cancerogene che possono contaminare le acque destinate a consumo umano, la fauna e la flora lacustre;
– biomonitoraggio per sostanze inquinanti della fauna lacustre , della flora lacustre e delle aree circostanti;
– informazione ampia e diffusa ai cittadini, negli studi medici, nelle scuole, negli ambulatori della Asl e presso l’ospedale di Ronciglione;
– inizio immediato di un monitoraggio di lungo periodo relativo allo stato di salute delle persone e in particolare dei bambini;
– screening gratuiti per le popolazioni esposte al cosiddetto “ effetto cocktail” determinato dall’esposizione contemporanea a più cancerogeni e sostanze tossiche presenti nelle acque del lago, in particolare: arsenico, metalli pesanti, pesticidi e microcistine algali;
– drastica riduzione dell’uso di fitofarmaci in tutta la conca del lago di Vico con graduale riconversione al biologico di tutte le attuali forme di coltivazioni agricole;
– costante controllo e periodica verifica di tutti gli scarichi fognari delle utenze private e pubbliche poste in prossimità del lago;
– rapido avvio della adeguata bonifica del deposito militare Nbc di Ronciglione;
– intensificazione dei controlli di tutte le attività notturne e diurne all’interno e in prossimità della Riserva.

Il Coordinamento dell’Alto Lazio dell’Isde, per responsabilità etica e scientifica, nel denunciare ancora quanto sopra riportato, chiede ai ministri, alle istituzioni e ai responsabili degli enti preposti, interventi efficaci e risolutivi a tutela dell’ecosistema lacustre e della salute dei cittadini.

(immagine di Croberto68 da http://it.wikipedia.org/wiki/File:Lago_di_Vico_-_Vista_aerea_1.JPG)