La tempesta perfetta

campidoglio stati unitiRobert Reich, professore di Politica Pubblica all’università di Berkley, la chiama “una tempesta perfetta.” E non si riferisce al pericolo incombente di fronte ai democratici americani, incapaci di perpetrare nel cuore degli americani quella propositiva spinta emotiva che portò alla miracolosa elezione di Barack Obama, a picco nei sondaggi e a forte rischio nelle prossime elezioni midterm. Il professore lancia un serio allarme democratico: quanto la debolezza della politica la renda soggetta ad OPA ostili, e quindi incapace di tutelare la democrazia in America.
Primo dato: il reddito in America è ora più concentrato in poche mani rispetto a quello che è stato in 80 anni. Quasi un quarto del reddito totale generato negli Stati Uniti è appannaggio de l’1 per cento degli americani. Un decimo di quell’uno per cento ora guadagna quanto 120 milioni di americani.
Ma chi sono queste persone? Con l’eccezione di pochi imprenditori come Bill Gates, sono alti dirigenti delle grandi multinazionali e di Wall Street, manager di hedge-fund e gestori di private equity, a volte gente che ha compartecipato o sciacallato sulla terrificante crisi economica che stiamo sopportando.
Un elite che comprende, ad esempio, i fratelli Koch, la cui ricchezza è aumentata (in tempo di recessione globale) di più di un  miliardo di dollari (!) l’anno scorso, e che ora finanziano i candidati del tea party in tutta la nazione.
Il che ci porta alla seconda parte della tempesta perfetta che indiccca Reich: “relativamente pochi americani stanno comprando la nostra democrazia, come mai prima. E lo stanno facendo tutto in segreto. Centinaia di milioni di dollari si riversano nella pubblicità a favore e contro i candidati, senza una traccia di dove i dollari sono provenienti. Sono riciclati attraverso una manciata di gruppi finanziari amici.” Tra i registi dell’operazione  Fred Malek, che si può ricordare come vice direttore del comitato per la rielezione di Richard Nixon famigerato Comitato per rieleggere il presidente e poi uno dei maggiorenti repubblicani Karl Rove, ed anche la stessa Camera di Commercio degli Stati Uniti.
La Federal Election Commission, infatti comunica solo il 32 per cento dei gruppi che finanziano gli annunci elettorali. Il confronto con le elezioni a  medio termine del 2006, (il 97 per cento dei finanziatori divulgati), è impietoso: questo espone ovviamente la politica ad infiltrazioni economiche di ogni genere, senza che gli elettori possano saperne nulla.
Si è tornati secondo il nostro analista ad una situazione da “fine del 19esimo secolo, quando i lacchè di baroni ladri letteralmente depositavano sacchi di denaro sulle scrivanie dei legislatori amichevoli. Il pubblico non seppe mai che era corrotto e da chi.”
Tutti repubblicani recentemente hanno votato contro al senato una legge che richiede che i nomi di tutti i donatori delle campagne elettorali vengano resi pubblici.                                                  Eccoci infine alla terza parte della “tempesta perfetta” come la chiama il prof. Reich: “La maggior parte degli americani sono in difficoltà. Il loro lavoro, redditi, risparmio, e anche le case sono in  bilico. Hanno bisogno di un governo che sta lavorando per loro, non per i privilegiati e i potenti che finanziano un consenso pompato”.
Eppure in America le tasse locali e statali sono in aumento, mentre i servizi vengono tagliati. Gli insegnanti e vigili del fuoco sono stati licenziati, “le scuole sono fatiscenti e le biblioteche pubbliche sono state chiuse.” Ma quel che  più grave è che non c’è nessun legge per creare posti di lavoro di cui parlare e l’ assicurazione contro la disoccupazione non raggiunge la metà dei disoccupati (numero in costante crescita). Washington dice che nulla può essere fatto. Non ci sono soldi. “Niente soldi?” si domanda nella sua analisi Reich, eppure “l’aliquota marginale sul reddito per i più ricchi è la più bassa da oltre 80 anni. Sotto il presidente Dwight Eisenhower (che nessuno avrebbe accusato di essere un radicale) è stata del 91 per cento. Il Congresso non sarà nemmeno capace di tornare alla tassa di successione in vigore durante l’amministrazione Clinton, schiavo com’è di occultati finanziatori. C’è un sacco di soldi per aiutare gli americani non recuperabili, non solo, non c’è neanche la volontà politica di sollevare la questione. E grazie al denaro segreto che sta inondando il nostro sistema politico, di volontà politica ce ne sarà sempre di meno in futuro.”
La tempesta perfetta: una concentrazione senza precedenti di reddito e ricchezza nella parte superiore; un importo record di denaro segreto che inonda la  democrazia, un pubblico sempre più arrabbiato e cinico verso un governo che ha aumentato le tasse ma ridotto i  servizi, e soprattutto non in grado di farlo tornare al lavoro. Grigissima la chiosa di Reich: “Stiamo perdendo la nostra democrazia, entrando in un sistema diverso. Si chiama plutocrazia.”